QUESTIONI TATTICHE – Il vortice rossazzurro, qual è la vera forza del Catania?

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foto Catania FC

A Crotone un Catania tatticamente confuso e involuto rispetto ad altre circostanze, dove comunque il fattore psicologico ha sempre giocato nel bene e nel male un ruolo importante, ben oltre i rilievi di natura tecnico-tattica maturati nel corso della stagione. L’idea di proporre un 3-5-2 in potenziale alla vigilia sembrava essere una valida alternativa, anche per gli uomini a disposizione in organico. In realtà però alcuni cambiamenti hanno annullato i riferimenti principali della squadra.

Partiamo da Chiricó, lontano parente del calciatore che tanto bene ha fatto, prima di un fisiologico calo. L’ultimo periodo, tra incertezze e gravi errori tecnici, è stato da dimenticare. L’incapacità di incidere sul match da parte degli uomini più importanti della squadra ha fatto sì che tutti venissero messi in discussione. Molto deludente l’apporto del centrocampo, le cui caratteristiche in relazione agli uomini scelti penalizzano forse la qualità degli inserimenti a supporto delle punte. Un disastro sulle corsie esterne, a tratti inesistenti. In difesa svarioni raccapriccianti.

Trame disorganizzate, poche idee su come organizzare un’azione offensiva degna di nota, mentre in difesa alla minima pressione si va in tilt. Non è accettabile un rendimento simile. Lo sanno bene anche gli addetti ai lavori interni al club, chiamati ad operare scelte difficili a gennaio per sopperire agli errori di costruzione della rosa in estate. Il Catania camaleontico di Lucarelli é durato davvero solo una partita, o poco più? Impensabile che tutto sia svanito così presto e in maniera così repentina.

Al ritorno tra le mura amiche per il mister, certamente arrabbiato per quanto visto a Crotone, sarà già un importante momento per prendere decisioni di un certo peso e dare indicazioni chiare anche in ottica futura. Ipotizzabile un ritorno alla difesa a 4, del resto Lucarelli ha detto di voler avere più armi nel proprio arsenale. Indispensabile assimilare i concetti base dell’allenatore presentando spirito di sacrifico e senso di responsabilità, elementi imprescindibili alle falde dell’Etna.

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