lunedì, 22 Settembre 2025
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Nodo preparazione? Quando andare “a duemila” può diventare un rischio

Gli infortuni, nel calcio, fanno parte del gioco. Ma quando cominciano a ripetersi con una certa frequenza, e soprattutto a segnare un avvio di stagione che ricorda fin troppo da vicino quello dell’anno scorso, è inevitabile aprire una riflessione. Non basta parlare di “sfortuna”: appare evidente che il tema della preparazione fisica e della gestione dei carichi di lavoro meriti un’analisi approfondita.

Al termine dello 0-0 contro il Sorrento, Alessandro Celli ha affrontato l’argomento con grande franchezza: “Noi andiamo sempre a duemila, l’intensità è alta e dunque il rischio di potersi fare male c’è”. Parole che pesano, perché danno la misura di un aspetto che non può essere derubricato a semplice casualità. “Donnarumma ha accusato un fastidio muscolare e il mister ha deciso di schierarmi come quinto”, ha aggiunto Celli. Il difensore ha poi sottolineato che non è mancata l’intensità, ma che le avversarie ormai studiano il Catania e sanno dove colpirlo. Da qui la necessità di essere più bravi a non concedere punti deboli, specie sulle fasce, e di mettere giocatori come Cicerelli nelle condizioni migliori per incidere.

Eppure, il filo conduttore rimane sempre lo stesso: correre a mille all’ora può diventare un’arma a doppio taglio. Se da un lato l’alto ritmo di allenamenti e partite è indispensabile per alzare il livello, dall’altro i muscoli rischiano di pagare dazio. E quando il copione si ripete a distanza di un anno, con un buon inizio minato dalle assenze, il dubbio che non sia solo questione di malasorte diventa legittimo. Non è un giudizio definitivo, ma un tema di analisi che il Catania deve necessariamente affrontare per evitare di rivivere epiloghi già noti. Perché la piazza, oggi più che mai, non si accontenta di buoni propositi: vuole continuità, concretezza e una squadra in salute.

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