CORONAVIRUS: la Sicilia produce dispositivi anti Covid-19

La Sicilia progetta e auto-produce i dispositivi anti-Coronavirus. La Regione ha dato l’ok a questi prototipi che sono stati consegnati nei giorni scorsi dal Distretto Produttivo Meccatronica. In consegna ci saranno 100.000 mascherine, 1.000 visiere 3D per chirurghi e più di 25 mila Kg di gel igienizzante al servizio degli ospedali siciliani. Lo annuncia l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano. La Protezione Civile regionale ha avuto il via libera per recapitare le forniture a medici e infermieri dei vari nosocomi. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

SGHEDONI (Pres. Modena): “Serie C, sarà strage con metà delle squadre che non s’iscriverà”

Dichiarazioni allarmanti, quelle rilasciate a La Gazzetta di Modena da Romano Sghedoni, presidente del Modena sul futuro del calcio italiano a causa dell’emergenza Coronavirus: “Sarebbe bello portare a termine i campionati, magari anche con formule differenti e accorciando la stagione. A giugno e luglio si potrebbero recuperare le gare non disputate e finire così in maniera regolare. Il Modena e i suoi tifosi possono restare tranquilli che non avranno problemi, ma in Serie C ci sarà una strage perché si iscriveranno la metà delle squadre attuali. Caleranno le sponsorizzazioni, le campagne abbonamenti saranno ridotte e le entrate diminuiranno ancora. Sarà dura per tutti”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

REGIONE SICILIA: Coronavirus, diventano 20 i laboratori utilizzati per i tamponi

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Nota ufficiale Regione Sicilia

Da domani saranno complessivamente venti i laboratori siciliani destinati all’emergenza Coronavirus. Ai dodici già operativi in tutto il territorio regionale se ne aggiungono, infatti, altri otto (pubblici e privati) che saranno chiamati a effettuare le analisi sui tamponi. Quelli privati sono stati selezionati da una commissione sulla base dell’avviso pubblico dell’assessorato regionale della Salute e rispondono ai criteri previsti dalle disposizioni dell’Istituto superiore di sanità. Altre strutture sono in corso di autorizzazione.

Tra i ‘nuovi’ laboratori pubblici quelli dell’Istituto zooprofilattico a Palermo e dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento. Ma, nel capoluogo, ci sono anche l’Ismett e il Buccheri La Ferla. Altre strutture autorizzate sono state individuate in provincia di Catania e Siracusa. La misura rientra nell’ambito delle azioni di prevenzione e contrasto stabilite dal governo regionale. In particolare, l’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci dello scorso 20 marzo ha previsto la realizzazione dei tamponi rinofaringei per il personale sanitario, per coloro che sono sottoposti alla quarantena obbligatoria perchè rientrati in Sicilia e per i positivi al Coronavirus in isolamento domiciliare.

I laboratori pubblici già autorizzati e operativi sono a: Caltanissetta, Catania, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Marsala.

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GALLIANI (A.D. Monza): “Prevedo lungo periodo a porte chiuse. Uscire di casa non sarà più come prima”

L’Amministratore Delegato del Monza Adriano Galliani manifesta chiara preoccupazione con il diffondersi del Coronavirus. Lo si evince attraverso un’intervista rilasciata a TeleRadioStereo: “Sono preoccupato come tutti per la salute di ognuno, ci sono ancora centinaia di morti ogni giorno e bisogna pensare a questo. Poi quando la guerra contro questo nemico invisibile sarà finita arriverà il momento di ricostruire il Paese che sta perdendo 100 miliardi al mese di produzione, bisognerà capire se i consumi riprenderanno come prima, cosa che io dubito. Pensiamo al turismo, questa estate non ci saranno stranieri e non avremmo italiani perché tutti i dipendenti ora sono in ferie e chi avrà la possibilità economiche per fare vacanze non potrà farle perché non ha più ferie. Immagino cosa accadrà al turismo che è il 7% del PIL italiano… Ora pensiamo alla salute, poi a come far ripartire il nostro Paese. Non essendoci vaccini l’unica soluzione è rimanere a casa rinchiusi e isolati. Questo virus se ne andrà completamente quando ci vorrà un vaccino, ma ci vorrà comunque un anno o due”. “Ripresa del campionato? Abbiamo appena appreso che le Olimpiadi sono state spostate all’anno prossimo, bisogna affidarsi alla comunità scientifica e saranno i medici a dirci quando si potrà tornare a giocare. Fare previsioni adesso è inutile. Dipende dall’andamento del virus, certo è che quando usciremo di casa non sarà più come prima, vedo difficile che 80mila persone possano tornare a radunarsi a San Siro… Credo si giocherà per molto a porte chiuse e poi forse un seggiolino si e uno no. Ma certamente ora bisogna pensare solo alla salute e poi a tutte le altre attività e il calcio è una delle altre attività”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

STIPENDI CALCIATORI: l’ex Catania Stendardo, oggi avvocato, fa chiarezza

Cosa dice il diritto sportivo in merito ad un’eventuale sospensione del pagamento degli stipendi? Questa la versione dell’avvocato Guglielmo Stendardo, ex difensore del Catania, attraverso una nota stampa: L’ipotesi di sospendere il pagamento degli stipendi dei calciatori risulta del tutto priva di fondamento giuridico non trovando alcuna base nella normativa di riferimento (Legge 91/1981 art.4 e Accordo collettivo Lega-AIC). All’art. 5.5 dell’Accordo Collettivo si prevede la sospensione dello stipendio in presenza di 4 fattispecie: 1) Sanzioni disciplinari per illecito sportivo 2) Violazione del divieto di scommesse 3 ) Per violazione della normativa antidoping 4) Per indisponibilità dei calciatori per effetto di provvedimenti dell’ autorità giudiziaria. La sospensione degli stipendi senza i suddetti presupposti espone le società a: -risoluzione del contratto del calciatore prevista dall’ art.13.1 accordo collettivo; -obbligo di pagare, oltre al rateo stipendiale, anche rivalutazione monetaria ed interessi legali,come disposto dall’ art.5.4 dell’ accordo collettivo. Laddove invece il Campionato e le Coppe Europee non si concludessero regolarmente le società potrebbero chiedere la restituzione della prestazione economica già erogata “per sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta” ai sensi dell’ art.1463c.c. oppure chiedere ai calciatori la “reductio ad equitatem”, per eccessiva onerosità sopravvenuta, ai sensi dell’ art.1467c.c. C’è poi un altro aspetto di natura prettamente morale. Il calciatore, con esclusivo riferimento a quelli più lautamente retribuiti, potrebbero autonomamente destinare una parte dello stipendio al solo scopo benefico e fronteggiare così, anche con il loro aiuto, l’emergenza sanitaria”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

PASQUALIN: “Coronavirus, ci sarà anche una svalutazione dei giocatori”

Allungare i contratti in scadenza qualora la stagione calcistica si prolungasse fino a luglio. E’ una ipotesi molto concreta, così commentato dal noto procuratore Claudio Pasqualin, intervenuto a TMW Radio durante ‘Maracanà’: “Si risolve con un accordo collettivo. Serve una buona disponibilità dell’AIC nel prolungare fino ad un certo punto i contratti che scadono il 30 giugno. Occorre una legislazione straordinaria della Federazione che prolunga la validità dei contratti, con l’assenso dell’Associazione calciatori. Svalutazione dei giocatori? Certamente ci sarà. Anche le valutazioni dei calciatori saranno depresse dalla situazione economica mondiale. Bisognerà lavorare tutti duro, gli stipendi saranno tutti al ribasso, inevitabilmente”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS: giovedì in Cina 55 casi di positività

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Problema non ancora del tutto risolto in Cina. I casi di Coronavirus registrati ieri, giovedì 27 marzo, sono stati 55 di cui 54 importati e uno interno nello Zhejiang. La Commissione sanitaria nazionale ha citato nei suoi aggiornamenti quotidiani 5 nuovi decessi tutti nell’Hubei, provincia epicentro della pandemia, e 49 nuovi casi sospetti. Le infezioni sono salite a 81.340, di cui 3.460 pazienti in cura, 3.292 decessi e 74.588 dimessi. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

MALAGO’ (Pres. CONI): “Contrario a divieto pubblicità scommesse”

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Alcune delle parole del Presidente del CONI Giovanni Malagò a La Gazzetta dello Sport in merito alla proposta del calcio italiano di rimuovere il divieto delle pubblicità delle società di scommesse: “Io ero già contrario perché queste norme avrebbero indebolito i club italiani. In Europa non c’è nessuno che abbia una legge del genere. Se si mettono in cassa integrazione i dipendenti, se si interrompono i versamenti fiscali e si sospendono i mutui, è chiaro che ci troviamo in una situazione di emergenza. E ritengo giusto che si provi a puntare su cose che non si è riusciti ad ottenere prima. Come appunto la vicenda del divieto delle sponsorizzazioni e della pubblicità delle società di betting”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CERRI (D.S. Monopoli): “Coronavirus, economia e calcio ripartiranno da zero”

Dobbiamo aspettare, le istituzioni devono dimostrare unità di intenti e tutti dobbiamo dare l’impressione di essere uniti. Il calcio dovrà ripartire da zero. Ancora non sappiamo com’è questo virus e di conseguenza dobbiamo aspettare e sperare di ricominciare il prima possibile. L’economia dovrà ripartire da zero e così anche il calcio. Va ripensato tenendo presente tutti i parametri che si stanno verificando. Sarà un calcio diverso ma è un modo per ripartire in meglio”. Le parole di Massimo Cerri, Direttore Sportivo del Monopoli, intervistato da ilcalciocalabrese.it per commentare il momento di crisi. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS – Moggi: “Bisogna sperare che il campionato continui, la Serie C sparirebbe”

L’ex dirigente della Juventus Luciano Moggi commenta la difficile situazione del calcio italiano a seguito dell’emergenza Coronavirus, ai microfoni di tuttomercatoweb.com: “Bisogna sperare che il campionato continui, c’è una lotta aperta ovunque. Non si può congelare il torneo. Tutti devono sperare di proseguire. I club, la Federazione, tutti quelli che hanno un interesse. Attenzione: neanch’io farei ripartire il campionato, poi però penso a tutte le conseguenze del sistema. Se ti manca l’indotto economico non puoi proseguire”. “Il virus più virulento sarà quello economico. Se fosse possibile riprendere il campionato, che comunque non sarebbe del tutto regolare, si andrebbe incontro ad una ripresa. Se invece non si potesse riprendere, rischierebbero tante società che così dovrebbero portare i libri in tribunale. La Serie C sparirebbe… diventerebbe qualcosa di anormale. La cosa migliore sarebbe far finire il campionato così da rispettare la classifica finale. Altrimenti ci sarebbe più di un problema”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***