CATANIA 1-4 CESENA: tabellino e statistiche partita

Termina l’avventura del Catania in Coppa Italia. Come da pronostico, il Cesena riesce a prevalere sui rossoazzurri ma lo fa con ben quattro gol all’attivo e tre di scarto, al cospetto di un Catania generoso ma che evidenzia varie lacune difensive rispetto ad un avversario ben messo in campo, organizzato, tecnicamente e qualitativamente superiore, più avanti in termini di preparazione atletica. Un autogol di Bacchetti consente agli ospiti di portarsi in vantaggio, ma prima dell’intervallo ci pensa Ramos a risolvere una mischia in area insaccando nella porta giusta. Ad inizio ripresa Maniero sbaglia il rigore del possibile 2-1. Gol sbagliato, gol subito. Al 60′ il neo entrato Djuric fa secco Ficara beneficiando di un assist al bacio di Kone. Sette minuti più tardi è blackout rossoazzurro con il Cesena che rifila altre due reti ad opera di Ciano per il definitivo e pesante 1-4.

MARCATORI: 22’ Bacchetti aut., 43’ Ramos, 60’ Djuric, 65’ Ciano, 67’ Ciano

CATANIA: Ficara; Parisi (45’Russo), Bacchetti, Ceccarelli, Ramos; Lulli, Odjer, Chrapek (79’ Di Grazia); Rosina, Maniero, Calderini (67’ Rossetti). A disp.: Terracciano, Cabalceta, Rescigno, Sessa, Rossetti, Coppola, Russo, Di Grazia, Tortolano. All. Pancaro

CESENA: Agliardi; Molina, Capelli (27’ Perico), Caldara, Mazzotta; Cascione, Sensi, Kone; Ciano (75’ Dalmonte), Succi (55’ Djuric), Ragusa. A disp.: Gomis, Moncini, Renzetti, Perico, Gasperi, Valzania, Dalmonte, Djuric, Varano. All. Drago

Arbitro: Maurizio Mariani di Aprilia

Assistenti: Rodolfo Di Vuolo di Castellammare di Stabia e Valentino Fiorito di Salerno

Quarto ufficiale di gara: Rosario Abisso di Palermo

Ammoniti: Sensi, Bacchetti, Molina, Ciano, Cascione, Russo

Espulso: Pancaro per proteste

Corner: 2 – 5

Note: 3.644 spettatori. 0’ di recupero primo tempo, 2’ di recupero secondo tempo

Possesso palla: 40% – 60%

Falli commessi: 13 – 16

Tiri fuori: 2 – 5

Tiri in porta: 3 – 7

Tiri bloccati dai portieri: 2 – 0

Tiri respinti dai portieri: 1 – 1

Assist dalla destra: 2 – 3

Assist dalla sinistra: 0 – 5

Assist per vie centrali: 1 – 1

Fuorigioco:  1 – 1

Cross: 6 – 21

GIUSTIZIA SPORTIVA: dove sono finiti i “benefici” dell’articolo 24?

Nessun vantaggio per il Catania rispetto al Teramo

  1. In caso di ammissione di responsabilità e di collaborazione fattiva da parte dei soggetti sottoposti a procedimento disciplinare per la scoperta o l’accertamento di violazioni regolamentari, gli organi giudicanti possono ridurre, su proposta della Procura federale, le sanzioni previste dalla normativa federale ovvero commutarle in prescrizioni alternative o determinarle in via equitativa.  
  2. In tal caso, la riduzione può essere estesa anche alle società che rispondono a titolo di responsabilità diretta od oggettiva.

Così recita l’articolo 24 del codice di giustizia sportiva. Alla luce della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale Federale, quasi equivalente ad una retrocessione in Serie D poiché 12 punti di penalità sono parecchi, non ci pare che il Catania abbia beneficiato degli effetti dell’articolo in questione. Al contrario nel caso del Teramo sono stati cancellati i 20 punti di penalizzazione richiesti dal Procuratore Figc Stefano Palazzi.

Pena peggiorativa, pertanto, in casa rossoazzurra e migliorativa per i teramani. E’ inoltre opportuno specificare che quanti si scandalizzano in merito ad una possibile doppia retrocessione del Teramo in Serie D commettono una grossa inesattezza. Gli abruzzesi, infatti, esattamente come il Catania finirebbero lo scorso campionato disputato all’ultimo posto, con la conseguenza di retrocedere di una categoria e non due. Nel caso dei biancorossi la Serie D, gli etnei in Lega Pro.

La bilancia che tiene conto dei provvedimenti adottati nei confronti delle due squadre, accusate entrambe di responsabilità diretta nell’illecito sportivo, vede ora un sostanziale equilibrio delegittimando il potere di Palazzi e creando perplessità sui reali “benefici” dell’articolo 24.

CHRAPEK: quale futuro? Intanto è disponibile anche per Catania-Cesena

Michal Chrapek resta a Catania, almeno per il momento

Fortemente voluto dalla dirigenza rossoazzurra la scorsa estate, venendo individuato come sostituto ideale di Mariano Izco, ora in forza al Chievo, il centrocampista polacco Michal Chrapek è ancora oggi un giocatore di proprietà del Catania. All’atto dell’acquisto firmò un contratto di durata quadriennale, a conferma di quanto i dirigenti fossero sicuri della bontà del suo potenziale.

Sul campo ha totalizzato poche presenze mettendosi in evidenzia solo in alcune (rare) occasioni. Attualmente è in forse il futuro del ragazzo prelevato dal Wisla Cracovia. In Polonia si era vociferato di un possibile ritorno in patria ma, al momento, il calciatore resta a Catania in attesa di capire se potrebbero svilupparsi trattative interessanti. Contro la Spal è arrivato l’esordio stagionale e, presumibilmente, mister Pancaro lo farà giocare dal 1’ anche stasera al cospetto del Cesena.

SPAL: Coppa Italia maledetta. Dopo il ko di Catania, la denuncia del Rende

Il Rende ritiene che la Spal non abbia effettuato il bonifico in occasione del match di Coppa Italia vinto contro i calabresi

Non si può dire che l’edizione 2015/2016 della Coppa Italia abbia portato fortuna alla Spal. Non solo la sconfitta a tavolino col Catania, nonostante la vittoria ottenuta sul campo. Adesso la società ferrarese deve fare i conti con un presunto comportamento scorretto denunciato dal Rende, squadra affrontata nella medesima competizione dalla Spal. L’Asd Rende Calcio, nello specifico, ha deciso di denunciare la mancata corresponsione di metà dell’incasso del match di Coppa Italia svoltosi lo scorso 2 agosto. Nessun bonifico bancario sarebbe stato effettuato “nonostante le norme federali vincolino le società ospitanti a provvedere nei cinque giorni successivi all’evento”.

CESENA: curiosità storiche in pillole. Tifoseria in buoni rapporti con Palermo

Il Cesena ha partecipato anche ad un’edizione della Coppa Uefa. Negli anni ’80 ha inaugurato la “responsabilità oggettiva”

TuttoCalcioCatania ha raccolto, appoggiandosi anche a Wikipedia, alcune curiosità storiche in pillole sul prossimo avversario del Catania in Coppa Italia allo stadio Angelo Massimino, il Cesena, che può vantare 13 partecipazioni nella massima serie, nonché una alla Coppa Uefa.

  1. Nel 1921 compare per la prima volta il calcio a Cesena grazie al pioniere Aldo Proli che, seguito da un gruppo di appassionati di calcio, dà vita alla prima società calcistica cesenate, l’Unione Sportiva Renato Serra, intitolata ad un giovane poeta e patriota cesenate deceduto combattendo durante la prima guerra mondiale sulle alture del Carso. La divisa scelta per disputare le gare è costituita da quattro grandi scacchi alternati di colore bianco e nero, gli stessi utilizzati dallo stemma cittadino.
  2. Nel 1940 il conte Alberto Rognoni, all’epoca ventunenne, dopo essersi avvicinato al calcio grazie al fratello minore Carlo, portiere del Forlì, ha l’idea di creare una società calcistica, sempre con gli stessi colori dello stemma cittadino. I fratelli, con la collaborazione di Arnaldo Pantani e Renato Piraccini, gettano le basi per la fondazione della società. Il 21 aprile 1940 ha luogo la prima riunione del consiglio presieduta da Giuseppe Ambrosini, il quale decreta la nascita ufficiale dell’Associazione Calcio Cesena riprendendo come colori sociali gli stessi precedentemente utilizzati dalla “Renato Serra”.
  3. Dopo l’esperienza in Serie B nella stagione 1946-47, durante gli anni 1950 il Cesena scivola progressivamente nelle serie inferiori, fino a raggiungere i campionati regionali di Promozione che all’epoca rappresentavano il quinto livello del campionato italiano, il punto più basso dell’intera storia della società cesenate.
  4. 4. Gli anni 1960 vedono il Cesena approdare nuovamente alla terza serie, una categoria che riusciranno a mantenere e consolidare, in attesa del salto verso le serie maggiori che avviene grazie alla cordata di imprenditori orto-frutticoli capitanata da Dino Manuzzi e Giovanni Casadei, i due maggiori esportatori di Cesena dell’epoca. Manuzzi assume la presidenza, e grazie ad un’accorta gestione economica, unitamente ad una convinta politica di valorizzazione dei giovani, riesce in poco tempo a trasformare il Cesena in una società modello per le altre provinciali, e in un sodalizio vocato ad identificarsi fortemente con il territorio romagnolo. Il Cesena raggiunge nuovamente la serie B nella stagione 1967-68.
  5. Stagione 1972/73, campionato cadetto. Il Cesena mantiene il passo per tutta la stagione totalizzando al termine 17 vittorie, 15 pareggi e 6 sconfitte, che permettono ai bianconeri di raggiungere la promozione in Serie A con una giornata d’anticipo. Il “Cavalluccio Marino” raggiunge dunque per la prima volta nella sua storia la massima serie, celebrando il successo il 10 giugno 1973 allo stadio “La Fiorita” con la vittoria sul Mantova per 2-1.
  6. L’ascesa nel calcio italiano del Cesena negli anni ’70 non passa inosservata ai media nazionali, e dopo alcune partite in cui i bianconeri di Bersellini affrontano e bloccano le formazioni più quotate del campionato (0-0 con la Lazio capolista e futura campione d’Italia alla Fiorita, 2-2 con la Juventus a Torino), il giocatore Pietro Anastasi, sulle pagine de La Stampa, afferma di “non aver mai incontrato una provinciale così”, mentre il giornalista Italo Cucci, sulle colonne del Guerin Sportivo, lo definisce “il piccolo Brasile”, scatenando tra l’altro le ire dei tifosi del mantovani, che quel “riconoscimento” lo attribuiscono ad uso esclusivo dei biancorossi di Edmondo Fabbri.
  7. Nella stagione 1975-76 i bianconeri migliorano ancora i risultati ottenuti nei precedenti campionati, raggiungendo il punto più alto della storia cesenate. Con il totale di 9 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, il Cesena raggiunge infatti il sesto posto in classifica e la qualificazione alla successiva Coppa UEFA, grazie anche alla migliore differenza reti rispetto al Bologna. Nella successiva stagione la società romagnola affronta dunque la prima sfida a livello europeo in una gara a turno doppio con i tedeschi orientali del Magdeburgo, in cui subiscono 3-0 all’andata in Germania, ma sfiorano la qualificazione con la vittoria per 3-1 al ritorno a “la Fiorita”. Rispetto le stagioni passate, in campionato presenta un cattivo rovescio della medaglia con la retrocessione in Serie B, che decreta l’inizio di un periodo difficile. Nel 1979 avviene poi la cessione della guida societaria da Manuzzi al nipote Edmeo Lugaresi, morto il 26 settembre 2010 a 82 anni.
  8. Durante la stagione di Serie A 1987-1988, il Cesena è involontario protagonista di un episodio che darà il via ad un processo di riforma riguardante la “responsabilità oggettiva” delle società di calcio rispetto i propri tifosi. Al termine del primo tempo della partita Juventus-Cesena, il centrocampista cesenate Dario Sanguin, mentre rientra negli spogliatoi, rimane stordito infatti dallo scoppio di un petardo proveniente dalla curva juventina. Il giocatore del Cesena si accascia al suolo e, secondo i medici al seguito della formazione romagnola, non è più in grado di disputare il secondo tempo della partita, che si conclude con la vittoria dei torinesi per 2-1. In seguito al reclamo della società romagnola, il giudice sportivo infligge però alla Juventus la sconfitta a tavolino per 2-0, proprio per “responsabilità oggettiva”.
  9. Nel 1988 viene ristrutturato lo stadio Dino Manuzzi per la terza volta, e in questa occasione in maniera più radicale delle precedenti, con l’eliminazione della pista d’atletica e la ricostruzione completa della tribuna “distinti” e delle curve (“curva mare” e “curva ferrovia”), in sostituzione delle vecchie strutture. L’impianto diviene così uno dei primi stadi italiani ad essere costruito principalmente per il gioco del calcio, con le tribune a due piani disposte a ridosso del campo di gioco, sull’esempio del “Meazza” di Milano e del “Ferraris” di Genova.
  10. Negli ultimi 15 anni, il Cesena ripartire dalla terza serie per poi fare ritorno prima in B, successivamente in A dando luogo ad un’altalena che, adesso, ha riportato i romagnoli nel campionato cadetto.
  11. La tifoseria cesenate vanta in Italia gemellaggi storici con Brescia e Mantova, oltre a buoni rapporti con Palermo e Juve Stabia, mentre all’estero sono instaurati gemellaggi con le tifoserie di Saint-Étienne, Osasuna, Stoccarda e Peterborough United.

CATANIA: non una retrocessione in Serie D ma quasi! La legge non è uguale per tutti

Fa discutere ai piedi dell’Etna la decisione del Tribunale Federale di peggiorare la pena inflitta al Catania

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. La forte pressione mediatica ha spinto la giustizia sportiva a stravolgere le richieste del Procuratore Stefano Palazzi. Perché di stravolgimento si parla. Più che raddoppiata la pena suggerita da Palazzi, pesantissima sanzione finanziaria nei confronti del Catania e partecipazione al prossimo campionato di Lega Pro resa ancor meno agevole.

Ripartire dalla terza serie con un handicap di ben 12 punti, infatti, individua per il Catania mille difficoltà con il rischio concreto di retrocedere in Serie D. Che poi sarebbe la categoria auspicata da gran parte della stampa nazionale e dal Presidente della Lega B Andrea Abodi, vista come punizione esemplare per chi si macchia di illecito.

A conti fatti, però, con la decisione presa in sede di processo di primo grado a pagare un prezzo molto alto sono la città ed i tifosi del Catania più che i reali protagonisti in negativo della vicenda. Non è questo il senso della formula: “La legge è uguale per tutti”. No, non lo è. Anche perché in passato non ricordiamo lo stesso accanimento mediatico. Riscontriamo, inoltre, ben altro metro di giudizio adottato dagli organi federali in svariati casi parimenti gravi che si sono verificati nella storia.

E’ evidente che il calcio italiano necessiti di una seria ripulita ma non si può pensare che schiacciare un insetto nel contesto di una giungla sia sufficiente per il raggiungimento dello scopo. Risulta necessario, piuttosto, rinnovare profondamente il codice di giustizia sportiva e prevenire con tempestività ed efficacia qualsivoglia tipo d’illecito.

CATANIA: Terracciano-Capello, scambio con il Cagliari?

Pietro Terracciano verso la Sardegna, Alessandro Capello diretto a Catania

Potrebbe essere giunta al capolinea l’avventura di Pietro Terracciano ai piedi dell’Etna. Dopo avere prolungato con entusiasmo il contratto a giugno, prima che scoppiasse il tristemente noto caso Catania, l’estremo difensore campano pare in procinto di lasciare la Sicilia per approdare in Sardegna. Secondo informazioni raccolte dal collega Gianluca Di Marzio, la società dell’Elefante cederà al Cagliari Terracciano ricevendo in cambio l’attaccante classe 1995 Alessandro Capello. L’ex portiere dell’Avellino rimpiazzerà Alessio Cragno, a sua volta destinato ad indossare la casacca del Lanciano. Quest’ultimo club, conseguentemente, abbandonerà la pista Alberto Frison. Le trattative dovrebbero concludersi in tempi brevi.

TERZO TURNO COPPA ITALIA: Catania imbattuto nei precedenti casalinghi

Catania vittorioso negli ultimi cinque confronti interni consecutivi

Questa sera etnei in campo per disputare un match valido per il terzo turno eliminatorio di Coppa Italia. Avversario il Cesena allo stadio Angelo Massimino. Il bilancio dei precedenti vede il Catania sempre vittorioso tra le mura amiche. Contro la Civitavecchiese il successo più rotondo, risalente al lontanissimo 1935. Molto sofferti gli ultimi cinque acuti interni consecutivi caratterizzati da vittorie di misura. Nelle uniche quattro occasioni in cui la squadra dell’Elefante ha giocato in trasferta, solo un successo risalente al 2007 quando, allo stadio Nereo Rocco, i rossoazzurri piegarono la Triestina ai calci di rigore. Nel 1937 il ko più pesante: 4-1 a Palermo.

*1935 Catania 4-0 Civitavecchiese
1936 Catania 1-0 Cerignola (37′ rig. Nicolosi)
1937 Palermo 4-1 Catania (10′ Lombardi, 25′ Di Falco, 60′ Lombardi, 68′ Pinto, 75′ Moncada)
1939 Catania 5-2 Mater Roma (9′ Bellini, X’ Violi, 54′ Preti, 59′ Violi, 66′ Mancini, 77′ Violi, 90′ Preti)
1965 Fiorentina 1-0 Catania (52′ Morrone)
2007 Triestina 2-4 Catania (0-0 minuti regolamentari, poi calci di rigore: Mascara, Granoche, Baiocco, Stovini, Testini, Izco)
2008 Catania 2-1 Parma (105′ Paolucci, 108′ Paolucci, 110′ Troest)
2009 Catania 1-0 Cremonese (44’ Mascara)
2010 Catania 4-3 Varese (12′ Pesce, 26′ Antenucci, 52′ Eusepi, 56′ Morimoto, 77′ rig. Frara, 78′ Eusepi,107′ Spolli)
2011 Catania 2-1 Brescia (36′ Lopez, 56 Jonathas, 92′ Gomez)
2012 Catania 1-0 Sassuolo (71’ Gomez)
2014 Cagliari 2-0 Catania (5’ Sau, 16’ Farias)

*marcatori non disponibili

KEKO: “Tifosi Catania non meritano questa punizione. Coraggio!”

Sergio Keko commenta la sentenza emessa dal Tribunale Federale

“Forza per i tiffosi del Catania!! Loro no meritanno questa punizione. CORAGGIO!!”. Così, in un italiano non perfetto, l’esterno offensivo spagnolo Sergio Keko commenta su Instagram l’emissione della sentenza del Tribunale Federale Nazionale relativa ai ‘Treni del gol’. Una sentenza che ha stabilito la retrocessione del Catania nel campionato di Lega Pro con ben 12 punti da scontare nella nuova stagione. Ricordiamo che Keko, attualmente in forza all’Eibar, ha vissuto un paio di stagioni ai piedi dell’Etna rimanendo legato all’ambiente rossoazzurro dopo avere lasciato la Sicilia nel 2014.

ALMIRON (Akragas): arrivano gli elogi di Legrottaglie

Buona la prima di Sergio Almiron con la maglia dell’Akragas

Nicola Legrottaglie è moderatamente soddisfatto dopo il clamoroso 11-1 maturato in Coppa Italia contro il Vigor Lamezia. L’attuale allenatore dell’Akragas commenta la prestazione di un altro ex Catania: Sergio Almiron, andato anche a segno. Queste le parole del tecnico della squadra agrigentina a riguardo:

“Almiron è un giocatore che può permetterci di fare il salto di qualità, lo conosco bene. Aspettiamo il migliore Almiron per il raggiungimento di tale scopo. E’ rimasto fermo ai box per un po’ di tempo, non ha i 90 minuti sulle gambe ma, nonostante questo, si è fatto valere”.