BINDA: “Blocco Serie C segnale forte. Catania fa gola agli investitori. Su Pulvirenti potremmo scrivere un libro…”

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Nicola Binda

Nicola Binda, collega de ‘La Gazzetta dello Sport’, ai microfoni di Radio Catania ragiona sui temi della defiscalizzazione, del blocco del campionato di Serie C e del futuro societario rossazzurro:

“Blocco del campionato di Serie C? Le ragioni della Lega Pro sono credibili. C’è una problematica di fondo di una categoria che è sofferente e sta lavorando sodo per trovare una maggiore sostenibilità e dare più forza alle società. In Italia chiudono 100 aziende al giorno, è normale che anche nel calcio ci sia qualche defaillance. Le istituzioni stanno provando a mettere regole certe, lo scenario attuale è decisamente migliore rispetto a qualche anno fa. La Lega Pro è una categoria troppo soggetta a delle problematiche extra calcio che la rovinano. Da quasi tre anni chiede al Governo un confronto per trovare delle soluzioni legate alla defiscalizzazione per potersi reggere con le proprie gambe. Il Governo finalmente ha ascoltato le istanze, ma la categoria ha voluto dare un segnale forte bloccando per un turno il campionato. Come dire che i problemi ci sono, cerchiamo di risolverli”.

“Girone C? Il Bari è la squadra che spende di più ma non è davanti a tutti. La Reggina, invece, è una buona squadra ma ha fatto più del previsto ed è meritatamente in testa. Le piazze importanti non mancano in terza serie. Il Catania? Capisco che il tifoso rossazzurro voglia giocare almeno in B, ma se non hai Berlusconi presidente o una proprietà forte che possa investire tanto… non è che il Catania non abbia speso dopo la caduta rovinosa in C, ci ha provato ma, chi più spende, non è automatico vinca”.

“Cambio di proprietà? E’ indubbio che il Catania faccia gola a chi vuole investire nel calcio perchè è una piazza importante. De Laurentiis perchè investe a Bari? Non c’è nulla di romantico. E’ solo una questione di business. Se il Bari torna almeno in B può garantirti una sostenibilità importante grazie al bacino d’utenza. E Catania è piazza di questo tipo. Però gli investitori esterni lasciano sempre delle perplessità”.

“Su Pulvirenti potremmo scrivere un libro, nel bene e nel male. Nel male se n’è parlato tanto. Il Catania è in C per un problema legato a certe sue operazioni. Ha anche speso tanti soldi, realizzato un Centro sportivo che è un fiore all’occhiello. Poi ti rendi conto che l’entusiasmo, le risorse e le energie esauriscono. Mi auguro che Pulvirenti, se davvero vuole passare la mano, non si affidi a degli avventurieri. L’ideale sarebbe un gruppo di imprenditori forti nel proprio territorio che facciano un piano di rilancio importante, all’altezza della piazza”. 

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