TRICOLI (ag. Fifa): “Catania, con Raffaele la nuova dirigenza si è presentata alla grande. Rimpianto etneo per Semenzato…”

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2013

Il Catania riparte da mister Giuseppe Raffaele e dalla Sigi che ha acquisito le quote di maggioranza del club. Abbiamo chiesto all’agente Fifa Paolo Tricoli se i rossazzurri potranno davvero recitare un ruolo da protagonisti nel prossimo campionato, nonostante l’agguerrita concorrenza:

Che idea si è fatto della nuova proprietà del Catania?
“E’ una proprietà che personalmente non conosco ma sicuramente è intervenuta per dare nuova linfa al Catania, una piazza che non può non avere ambizioni. In Serie C i catanesi si aspettano di fare un campionato da protagonista, che non vuole dire arrivare necessariamente primi in classifica ma, intanto, divertirsi. Tante volte quando non parti con il favore dei pronostici è meglio. Pordenone e Juve Stabia negli anni passati non erano favorite per il primo posto. Chi si aspettava la Reggina davanti al Bari? La Reggiana è andata in B vincendo i Play Off. Per vincere questo campionato va costruito un gruppo di grande coesione, con giocatori di grandissima gamba, al di là dei nomi e poi te la vai a giocare”.

Il prossimo girone C di Serie C è durissimo, non trova?
“E’ a tutti gli effetti una Serie B se andiamo a vedere le squadre che vi parteciperanno. Catania, Palermo, Bari, Avellino, Juve Stabia, Catanzaro, Casertana e ne dimentico altre. Pordenone, Cittadella ed Entella sono club serissimi ma se parliamo d’importanza delle piazze, nel girone C ce ne sono almeno sette che starebbero almeno in B comodamente”.

Non sarebbe stato meglio, forse, proporre i gironi nazionali?
“Sono sicuramente più belli, li ho fatti da calciatore. Ma devi andare incontro alle esigenze di tanti presidenti che preferirebbero spendere un po’ meno. Il problema è solo legato ai costi. Ai miei tempi i presidenti impazzivano a giocare partite come Gela-Savona. Secondo me fra un anno o due ci sarà una riforma dei campionati. Oggi tanti professionisti si ritrovano a casa, anche gente con 15 anni di carriera alle spalle. Ed è un problema, ma spesso in Italia i problemi non vengono affrontati”.

Torniamo al Catania, si riparte da Giuseppe Raffaele. Scelta giusta?
“Credo che lui e Diana siano gli allenatori di C con maggiore prospettiva di fare un certo tipo di percorso. Raffaele fa giocare bene le sue squadre. L’anno scorso ha rivitalizzato dei giocatori che sembravano sulla via del tramonto. Ha fatto benissimo a Potenza e credo che la nuova dirigenza del Catania si sia presentata alla grande, avendo preso un allenatore ambito da tante piazze, importante per la categoria. Da Potenza a Catania è un salto importante a livello di blasone. Sono convinto che potrà fare molto bene anche in Sicilia. Il Catania può essere la piazza giusta per fare un ulteriore step ed ha le idee giuste affinchè riporti la squadra dove merita”.

Quanto può incidere la componente pubblico?
“Sarebbe importante soprattutto per il club rossazzurro riaprire lo stadio al pubblico. In generale l’apertura degli stadi è troppo vitale per le squadre di C. Poi è chiaro che la salute viene prima di tutto. Io spero come tutti i tifosi che riaprano prima possibile, ma questo è un argomento troppo delicato e difficile da affrontare”.

Chiusura con l’ex Catania Semenzato, ha ancora qualche rimpianto per l’esperienza rossazzurra?
“Il rimpianto tuttora ce l’ha. Probabilmente in questi due anni si è avuta conferma a Pordenone che è stato un acquisto azzeccato per il Catania. Il Catania aveva fatto bene a puntare su di lui, poi le annate sono strane. L’anno prima di Catania ha perso una semifinale Play Off discutibile col Parma dopo una stagione stratosferica. In Sicilia con Lucarelli, la squadra era arrivata secondo me a corto di energia agli spareggi. L’anno dopo Semenzato ha vinto il campionato e in questa stagione ha giocato una ventina di partite in B. Catania è stata una delle piazze più importanti in assoluto della carriera. Chiaramente il pubblico è esigente, quando non arrivava la prestazione o il risultato Semenzato ha pagato l’aumento di tensione. Poi l’allenatore ha iniziato a fare un ampio turnover ma quella stagione secondo me fu molto positiva per il Catania”.

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