Nel corso della trasmissione ‘Sport Sicilia Preview’, su Telecolor, l’ex allenatore del Catania Pino Rigoli analizza principalmente i temi che riguardano la squadra rossazzurra. Adesso è in ripresa dal Covid e non poteva mancare una parentesi riferita al periodo difficile attraversato, durante il quale il FC Messina ha assunto la decisione paradossale di esonerarlo:
“Adesso sto bene grazie principalmente ai medici del Policlinico di Messina e del Pronto Soccorso del Piemonte. Li ringrazio perchè mi hanno preso in cura come un figlio, restituendomi la vita. Voglio sensibilizzare tutte quelle persone che guardano a questo virus con un pò di superficialità. Bisogna stare attenti, io sono arrivato sulla strada del non ritorno. Serve la dovuta cautela perchè questo virus si comporta in modo strano da soggetto a soggetto. Non è una semplice influenza, nè un raffreddore. Io ho preso una polmonite bilaterale non di poco conto. Sono finito col casco, ero pronto per essere intubato. Non ho altre patologie, sono un soggetto sano, non fumo, non bevo superalcolici e quant’altro. In molti fino a quando non hanno un parente o un amico non ci credono, invece non funziona così. Quando ci sei dentro è qualcosa di assurdo e fa male. Ora mi sono ripreso, posso rivedere i miei figli, la famiglia, gli amici. Ho sentito la vicinanza di molte persone”.
“Il Catania di Raffaele? Squadra importante, con uomini di assoluto valore. Già a Catania quando perdi una partita che non si chiami Palermo è difficile da digerire, figuriamoci il vero derby siciliano. Non sarà stato semplice gestire il post-gara di Catania-Palermo, ma vi posso assicurare che vincere su un campo come Bisceglie non è facile. Se il Catania è riuscito nell’intento, vuol dire che staff e società hanno lavorato bene per cercare di rimediare al derby. Tra l’altro allena il Bisceglie un tecnico navigato, Papagni, che ha realizzato diverse imprese. Il Catania ha vinto convincendo peraltro”.
“Di Piazza? Attaccanti come lui che possono determinare ce ne sono pochi in giro. Per alcuni spunti è da B. Penso a come strappa, a come si muove e attacca la profondità. Ha bisogno di spazi perchè con la sua forza fisica è devastante. Quando è fronte alla porta diventa difficile marcare Di Piazza. Una spalla ideale può essere Russotto. Ho allenato anche lui, conosco entrambi. Quando ero seduto sulla panchina del Catania, avevamo impostato la squadra con i tre attaccanti. Poi, rivedendo un pò le cose, secondo me Russotto gioca meglio sotto punta, come dimostrò a Catanzaro facendo una delle sue migliori annate. Magari è un calciatore che non è riuscito ad esprimere tutte le sue potenzialità in carriera, ma il Russotto che vedo oggi è molto più maturo, pensa a stare sul campo e non si fa distrarre da cose che non rientrano all’interno della stessa gara”.
“Raffaele? Ci siamo affrontati in qualche campionato regionale. La squadra inizialmente aveva qualche problemino dal punto di vista numerico perchè lui ha giocato sempre a tre dietro ed è partito con pochi difensori, ha dovuto adattare diversi giocatori. Poi a gennaio è arrivato Giosa – che ha fatto anche campionati importanti – e Sales, gente che lui aveva avuto a Potenza. La squadra è stata completata strada facendo ma ritengo che il Catania possa essere ambizioso, non ha niente d’inferiore all’Avellino ed a tutte le altre compagini che lottano per la promozione. La Ternana ha fatto invece un campionato da marziani. Oggi il Catania può ambire a qualcosa d’importante perchè ha una squadra di primissimo livello. Alcuni giocatori sono arrivati su segnalazione del tecnico”.
“Rammarico per la mia esperienza al Catania? Rivedo spesso le immagini della mia ultima partita vissuta al ‘Massimino’ da allenatore rossazzurro, Catania-Matera. Mi emoziona rivedere tanta gente sugli spalti, mi auguro che si possa tornare prima possibile alla normalità perchè penso che i tifosi siano una delle componenti importanti come i calciatori, la società, i media, i tecnici, i collaboratori. Quella partita l’avevamo preparata particolarmente bene in settimana, non ebbi alcun dubbio che l’avremmo portata a casa. Per me Catania è stata comunque un’esperienza positiva, un sogno che si è avverato perchè non capita a chiunque di allenare il Catania. Ringrazio ancora oggi la società per l’opportunità che mi ha dato. Qualche rammarico c’è perchè pensavo che si potesse costruire una squadra diversa, magari con alcune caratteristiche differenti perchè ho voluto sempre giocatori di gamba che attaccassero in modo forte la profondità e ribaltassero il campo velocemente. Guidavo un gruppo di ragazzi eccezionali, ancora oggi mi sento con molti di loro. Se non ci fossero stati i punti di penalizzazione e tutte le problematiche da gestire giorno dopo giorno, ora dopo ora, si poteva fare qualcosa in più. E poi ho il rammarico di non essermi potuto andare a giocare i playoff. La squadra ha subito tanti scossoni quell’anno che non li hanno portati a rendere al meglio. Avere vinto 9 gare di fila in casa, comunque, non è semplice. Noi avevamo qualche problema in trasferta. Alcune partite che avremmo dovuto vincere le pareggiavamo, oppure quelle che dovevamo pareggiare le perdavamo. Gli episodi ci costarono caro. Penso al rigore fallito ad Agrigento al 90′”.
“Teramo? Avversario da affrontare con la giusta concentrazione. Possiede in rosa calciatori di categoria importanti, qualcuno dei quali ha vinto dei campionati. Vedi l’ex Bombagi che negli ultimi anni ha vissuto stagioni di spessore. E’ una squadra che già lo scorso anno era stata costruita con velleità importanti. Se il Catania riesce ad avere 30-40 metri da attaccare con un attacco diretto o ripartenze, potrebbe approfittarne. Poi è chiaro, magari l’avversario fa altro e devi cercare di controbattere. La trequarti del Teramo è composta da Ilari, Bombagi e Costa Ferreira che sono giocatori di gamba e qualità. Illari attacca bene gli spazi, come cost ferreira che può giocare sia alto che basso o interno di centrocampo. Sono elementi che possono determinare le partite”.
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