CATANIA: scoperto un punto di forza, la capacità di soffrire

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Nonostante i risultati possano dire il contrario, il Catania di queste ultime settimane avrebbe meritato più di quanto effettivamente raccolto sul rettangolo verde. Ancora una volta i rossazzurri sono stati puniti da un singolo episodio, stavolta non a seguito di una disattenzione ma di un errore clamoroso della direzione arbitrale. Forse, se l’inesistente calcio di rigore in favore dei giallorossi non fosse stato fischiato, l’Elefante avrebbe espugnato il “Ceravolo” di Catanzaro ottenendo altri due punti in più in classifica. Purtroppo in questo inizio di stagione la dea bendata sembra essersi dimenticata del Calcio Catania. Prima di essere puniti dall’eurogol di Diop, a Pagani gli etnei hanno avuto il grande demerito di fallire tutte le chance per gonfiare la rete (compreso un tiro dagli undici metri) e non sfruttare nel migliore dei modi la superiorità numerica per quasi 40 minuti di gioco. Anche nella trasferta di Catanzaro, in Coppa Italia di categoria, l’Elefante ha sprecato non poco prima di capitolare al 91’ su una palla inattiva. Il festival delle occasioni mancate poi è continuato contro il Bari, dove Calapai e compagni erano riusciti a riacciuffare la corazzata biancorossa prima di vanificare tutti gli sforzi a causa di un errore individuale commesso pochi istanti prima del fischio finale.

Dunque, dall’analisi delle singole partite, emergono sia i pregi che i difetti di una compagine che, nonostante l’inesperienza e le evidenti lacune qualitative (specialmente nella zona mediana), fa della grinta, corsa e spirito di sacrificio i suoi cavalli di battaglia. Contro avversarie molto più attrezzate dei rossazzurri, la compagine etnea ha provato a limitare i danni con il sudore e la voglia di ottenere un risultato importante, mettendo in evidenza lunedì anche la capacità di saper soffrire in determinati momenti della gara. Gli etnei infatti si sono dimostrati corti, attenti e precisi, in grado di difendersi con ordine e di chiudere tutti gli spazi contro un reparto offensivo di primo livello. Forse al “Ceravolo” è mancato un pizzico di coraggio in più, quell’idea di poter far male all’avversario nonostante le disparità. Tuttavia, considerando anche la condizione fisica precaria di molti elementi, per il momento con avversari sulla carta più forti può andar bene anche un atteggiamento più conservativo, purché non si commettano quei fastidiosissimi errori che annullano quanto di buono espresso sul campo da gioco.

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