RUSSINI: “Mi diverto a Catania. Ci è stato chiesto di fare la migliore stagione della nostra carriera”

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Intervista molto interessante a La Giovane Italia di Simone Russini, esterno offensivo attualmente in forza al Catania che ripercorre la sua carriera con uno sguardo rivolto anche al presente ed al futuro.

 “Credo che la mia qualità principale sia nell’uno contro uno, per creare superiorità numerica: è un aspetto che ritengo fondamentale nel calcio moderno e lavoro tantissimo sugli spunti. Il mio ruolo preferito è quello di laterale offensivo sul settore di sinistra, giocando a “piede invertito” in un tridente d’attacco. A volte ho giocato anche da trequartista o da prima punta, quest’ultima è però una soluzione d’emergenza: l’ho fatto per necessità tattica ma, anche sul piano fisico, non è l’opzione migliore per me. Il mio punto di forza è il dribbling ma sono consapevole di poter (e dover) imparare da tantissimi, non da un solo calciatore: studio sempre quelli che giocano nel mio ruolo e cerco di cogliere i movimenti, le intuizioni e i gesti tecnici che possano ampliare il mio repertorio”.

“Ho fatto il settore giovanile alla Ternana. Nel frattempo mi prese la Juventus in comproprietà, ma restai in Umbria. Completai la crescita con un anno in prestito al Lumezzane e uno a Pagani, poi l’Alessandria e l’inizio del percorso tra i grandi. Prima giocavo un po’ di meno, ho raggiunto la mia maturità perché, strada facendo, mi è stata concessa una maggiore continuità che sono riuscito a sfruttare al meglio. A Terni fu mister Borello ad esagerare paragonandomi addirittura a Neymar – sorride Simone – e al di là di tutto mi diede ottimi consigli”.

Gli ultimi due anni, tra Cesena e Catania, in cui ho iniziato bene, rappresentano il periodo più alto; a Siracusa, invece, arrivai a novembre ed ero troppo giovane, così non sono riuscito a dare il meglio. A Catania mi trovo benissimo con tutto il gruppo di lavoro, insieme ci divertiamo sia in campo che fuori. Sento la stima del tecnico anche se all’inizio ho giocato di meno, sono stato bravo a farmi trovare pronto. Le punizioni? Le ho sempre sapute calciare ma, puntualmente, c’era qualcuno di più grande che aveva meritato la precedenza. Io, Maldonado e Russotto ci sfidiamo spesso in allenamento, ma al momento la sto spuntando io per via degli ultimi gol”.

“Gli obiettivi? Anzitutto ci è stato chiesto di dare sempre il massimo e fare di questa stagione la migliore della nostra carriera. Puntiamo ai playoff. Sul piano personale, voglio maturare, crescere e fare il mio record stagionale di gol. L’anno scorso ne realizzai sei: vorrei andare oltre e mi farebbe molto piacere se le mie reti fossero tutte pesanti in termini di punti. Futuro? Mi piacerebbe restare nel mondo del calcio ma, in un domani che per adesso immagino lontano, non mi dispiacerebbe lavorare nell’ambito della ristorazione. Ai ragazzi consiglio di restare umili: molti si perdono nonostante qualità importanti perché si montano la testa, ci sono molte distrazioni e contratti alti, si perde contatto facilmente con la realtà. Bisogna migliorarsi ad ogni età e iniziare subito con questa mentalità, soprattutto perché da giovani maturano occasioni più importanti. Se nello spogliatoio hai qualche giocatore esperto che ti aiuta ed è umile, come da noi i vari Claiton, Izco e Piccolo, è un gran bel vantaggio che dev’essere sfruttato”.

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