ASS. PARISI: “Sigi ha sbagliato prospettive ed a farsi i conti. Tacopina…”

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foto Comune di Catania

L’Assessore allo Sport del Comune di Catania Sergio Parisi, intervenuto nel corso della trasmissione Solo Calcio su Telejonica e nell’ambito dell’iniziativa del “Network mediatico congiunto” promossa da Maxi Licari, rilascia alcune dichiarazioni che si riferiscono alla situazione che ha portato al fallimento del Catania Calcio:

“Il Catania è fallito, tanti tifosi pensano che tutto si risolverebbe trovando eventualmente queste 600mila euro ma non sappiamo in realtà cosa accadrà dopo. La Sigi ha sbagliato prospettive, a farsi i conti. Ricordiamo che Sigi è nata con altre persone, altri attori. Poi per causa di forza maggiore hanno avuto problemi con la giustizia e si sono persi. Successivamente sono emersi altri attori, hanno sbagliato a mettere tutti questi soldi. Alcuni di loro perderanno ingenti somme di denaro. Pensiamo anche a chi ha perso il posto di lavoro. Il Catania, Torre del Grifo e tutto ciò che è legato a loro ha prodotto lavoro, ora sta minando la serenità di tante persone ed amici. Catania è una città con problemi, negli ultimi posti per quanto riguarda la classifica della qualità della vita ma si salva nelle classifiche dedicate allo sport grazie alle nostre società sportive e atleti. Bisogna assolutamente puntare sullo sport, così come sul Catania Calcio ed il suo futuro”.

“Noi come amministrazione comunale, accogliendo a braccia aperte Tacopina avevamo spiegato che ci sarebbe stato terreno fertile in relazione a quello che aveva prospettato lui. Abbiamo anche anticipato i tempi sulla riqualificazione dello stadio. Avevamo il progetto in casa e avrebbe potuto vedere la luce prima di quest’anno perchè avevamo la necessità di approvare il bilancio e rimodulare i fondi comunitari. E’ stata accettata questa rimodulazione, in tempi brevi riusciremo anche a bandire la gara. Il nostro lo abbiamo fatto cercando di convincere Tacopina e chiunque avrebbe avuto la possibilità di avvicinarsi al Catania. Evidentemente i numeri erano troppo difficili da gestire. L’affare con Tacopina è saltato perchè lui aveva dei numeri e su quelli si era scommesso, ma non erano 54 milioni. Non ci sono state più garanzie neanche sul debito con l’Agenzia delle Entrate”. 

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