BALDINI: “Il mio futuro? Priorità al Catania. Moro, il Covid lo ha segnato. Gara col Taranto prima del derby complicazione per noi. Amo lavorare coi giovani”

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Nel corso di ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’, ai microfoni di Globus Television, è intervenuto l’allenatore del Catania Francesco Baldini analizzando la stagione fin qui disputata con uno sguardo rivolto anche ai prossimi impegni. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“Forse è la prima volta che faccio l’allenatore con la A maiuscola, quest’anno anche per le problematiche che ci sono state mi è servito per crescere e migliorare una parte del mio carattere visto che io sono sempre stato un istintivo. Proprio per questo ho pensato più volte di dimettermi. L’avere ragionato, invece, mi ha portato a conoscere una piazza incredibile, dei ragazzi che sono uomini prima che calciatori, avendo un ottimo rapporto con la stampa ed i tifosi. Catania mi sta dando qualcosa d’importante. Il mio futuro? Sono molto concentrato sulla conclusione della stagione nel migliore dei modi. Salviamo questa squadra, questa categoria, poi le prime chiacchiere le farò col Catania. Non ne faccio una questione di categoria. Logico che dopo due annate complicatissime a Trapani e Catania avrei voglia di lavorare in un certo modo. Se me lo offrisse il Catania non ci penserei mezza volta. Priorità al Catania”. 

“Perchè dopo lo scorso campionato ho deciso di restare a Catania? Sarei un bugiardo se non dicessi che sono tornato perchè avevo la sensazione di lavorare in un contesto di Serie A. Non mi riferisco solamente alla piazza ma anche al centro sportivo e alle strutture che abbiamo a disposizione. Immaginavo che potesse essere questo un anno di insegnamenti importanti per me. Avevo avuto anche altri contatti ma ho sempre detto di no, scontrandomi con qualcuno del mio staff che ho rischiato di perdere e con la mia famiglia“.

“Malgrado questi ragazzi siano stati sommersi dalle difficoltà, senza penalizzazione la squadra occuperebbe un’ottima posizione nella griglia playoff. Fermo restando che gli obiettivi di una squadra come il Catania non dovrebbero essere la salvezza o arrivare ottavi oppure noni, ma visto quello che abbiamo vissuto sarebbe un ottimo risultato piazzarci ai playoff. Vogliamo finire alla grande la stagione. Dopo la scoppola di Foggia mi ero preoccupato perchè avevo la sensazione che fossimo arrivati un pò al limite, invece i ragazzi mi hanno smentito subito lavorando benissimo in preparazione della trasferta di Avellino. Ho ancora l’impressione che si possa fare qualcosa d’importante, poi ai playoff sono convinto che saremmo fastidiosi per tutti“. 

“Quest’anno particolare mi ha fatto capire tante cose, riflettere sui numerosi errori commessi in carriera. Ho cercato di isolare la squadra in maniera assoluta. Ho sempre detto ai ragazzi che non volevo sentire parlare mai di alibi. Il merito è di quelli che dopo Francavilla hanno continuato a remare nella nostra barca. I componenti dell’area sportiva, medica, sanitaria – abbiamo avuto pochissimi infortuni – di Pellegrino, Franchina, Scaltriti, Passanisi. Nessuno ha mollato di un centimetro. I meriti vanno attribuiti anche agli uomini che non stanno giocando. Mi riferisco a Claiton, Izco, Russotto, Piccolo. Giocatori con una certa età che avrebbero potuto soffrire più del giovane in prestito, invece si sono occupati di tutti gli aspetti e riescono in ogni allenamento a concentrarsi su altro. Gran parte del merito è dei ‘vecchietti’ e dello staff importante con cui Pellegrino mi ha dato la possibilità di lavorare, puntando su un’organizzazione di un certo tipo che ha reso tutto meno complicato”.     

I migliori risultati li abbiamo ottenuti in tasferta, ma la squadra soffre quando gioca fuori casa per il legame forte che si è creato con i tifosi e che viene alimentato. Siamo usciti tra gli applausi dopo avere perso in casa con Picerno e Paganese, penso che a Catania non sia mai successo. I tifosi hanno capito che i ragazzi ce la stanno mettendo tutta. Io non vado sotto la Curva perchè la festa deve essere dei giocatori, mi defilo quasi sempre perchè voglio che i calciatori vivano gli applausi e si prendano il palcoscenico. Questa squadra ha sbagliato 45 minuti a Foggia, prendendo una sberla che ci ha fatto male in una settimana in cui si parlava insistentemente del fatto che potesse esserci un nuovo Presidente. E’ stata una delle poche volte in cui non sono riuscito a fare staccare i giocatori dal quotidano. Dopo tre giorni però è venuta fuori la prestazione di Avellino, a testimonianza del fatto che ho degli uomini in organico”.

Abbiamo superato un tour de force importante, per noi le difficoltà sono aumentate dopo il rinvio della gara di Avellino, sostenendo successivamente dieci ore di pullman. Dopo Foggia, nuova tappa ad Avellino e la sfortuna, al rientro, di ritardare a causa di una frana nella Salerno-Reggio Calabria. Avrei preferito giocare col Taranto e non è stato possibile per la positività al Covid di moltissimi giocatori del Taranto, quindi ci siamo presi due giorni liberi che servivano a tutti quanti. Il fatto che l’incontro verrà recuperato pochi giorni prima del derby rappresenta una complicazione per noi. Il paradosso è che mentre noi dovremo giocare in casa col Taranto, il Palermo non scenderà in campo”. 

“Mercato? La conoscenza dei giovani mi ha agevolato. Avevo allenato Cataldi, Greco, Simonetti. I giovani bisogna saperli aspettare. Quando siamo andati a cercare Greco – bravissimo Pellegrino – mi dicevano che venisse da due anni in cui non fece bene nella Primavera del Torino. Ma Greco ha fatto 50 partite nelle giovanili nazionali, era impossibile che fosse diventato improvvisamente un calciatore mediocre. Peccato che, nel caso di Moro, non avevamo i soldi per poterlo comprare. Mi piace lavorare con i giovani. E’ una passione per me. Cito anche Pino, Russo. Quando ho tempo seguo la Primavera, i bimbi delle scuole calcio ogni tanto li guardo. Ho una passione per il calcio giovanile“.   

“Il momento di Moro? E’ un ragazzo che ha conquistato il posto perchè come Greco all’inizio non giocava. Idem Cataldi e Albertini. Mi hanno messo in difficoltà durante l’anno questi giocatori e, adesso, la situazione è cambiata. Moro non denota una mancanza d’impegno, ha sofferto il Covid e lo dicono i valori degli esami effettuati. Il virus fisicamente lo ha segnato. Secondo me gli ha fatto bene questo ritiro con la Nazionale, vedremo adesso come si presenterà a Torre del Grifo. Io nelle scelte valuterò sempre per il bene della squadra. Se sta meglio Sipos giocherà lui. Abbiamo provato a volte a farli giocare insieme anche. Vedremo. Io sono uno molto meritocratico. Non guardo età e presenze, scelgo in base al lavoro settimanale chi fare giocare“.        

“Zanchi? Ho grande stima nel ragazzo. Nel mercato di gennaio poteva andar via. Quando gioca Pinto sono scelte tecniche che si fanno. Ho parlato tante volte con Andrea e la stima gliel’ho dimostrata facendolo giocare ad esempio ad Avellino, gara importantissima. Non ho la concezione del titolare o della riserva. Iniziamo in 11, poi abbiamo 5 sostituzioni con cui si può cambiare il mondo intero in 90′. Pinto è un pò più difensivo di Zanchi per caratteristiche, quest’ultimo invece mi dà qualcosa di più in fase di spinta. E’ capitato anche di farli giocare insieme fortificando ulteriormente la barriera di sinistra. Greco ha giocato in tanti ruoli, manca solo che lo impieghi in porta. E’ la fortuna di un allenatore avere giocatori così. Con Biondi abbiamo avuto diversi scontri, nei dieci giorni prima del derby col Palermo in lui era cambiato qualcosa. Stava andando forte in allenamento, in più è catanese ed ho pensato di farlo giocare. Da lì è nato il nostro nuovo rapporto”.      

“Gare da recuperare per alcune squadre del girone C come la nostra? Non è mai bello arrivare a poche giornate dalla fine del campionato così. Si accetta perchè questa pandemia ha scombussolato i piani di tutte le persone nel mondo. Noi cercheremo di vincere più partite possibili. Guardando la classifica lo faccio rivolgendo lo sguardo verso chi è davanti a me, con rammarico perchè in condizioni normali avremmo potuto fare qualcosa di divertente“.     

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