ESCLUSIVA – Di Julio: “Catania, amarezza infinita. Tifosi follemente innamorati. Per il futuro mi auguro un nuovo Massimino”

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Interpellato dalla nostra redazione in merito alle ultime vicende dei rossazzurri, l’ex centrocampista del Catania Dino Di Julio ha espresso il proprio punto di vista nel corso di una lunga ma piacevole chiacchierata. Queste le sue parole:

Dino, il Catania è stato estromesso a poche giornate dal termine del campionato. Ti aspettavi questa decisione?
Onestamente no e mi vengono i brividi al solo pensiero che il Catania non ci sia più. Speravo che in breve tempo si potesse aggiustare la situazione e che qualcuno rilevasse il club perché non si può far fallire una piazza come quella etnea. Pensavo davvero che ci fosse la possibilità di salvare la società ma così, purtroppo, non è stato. Sinceramente quando ho letto e sentito la notizia sono stato molto male visto che, anche se sono nato ed abito a Roma, una parte di me è sempre rimasta a Catania. Seguo sempre le vicende dei rossazzurri e, quando il Tribunale ha posto fine all’esercizio provvisorio, è stato un giorno tristissimo per tutti noi tifosi.

Secondo te si sarebbe potuto agire diversamente per consentire ai ragazzi di completare almeno la stagione?
Sicuramente si. Innanzitutto ritengo che lo meritassero soprattutto il mister ed i suoi ragazzi, perché stavano facendo davvero qualcosa di straordinario. Ho anche visto giocare il Catania e secondo me era un’ottima squadra. Purtroppo però anche se la volontà dei giocatori e dello staff era quella di allontanarsi dalle problematiche societarie concentrandosi solo sul campo, a volte questo non basta ed i problemi esterni si vedono e si ripercuotono, anche a livello mentale, sul rettangolo verde. In ogni caso i tifosi hanno dato una grossa mano con la loro partecipazione ed il grande attaccamento verso la squadra e la società. Tutti speravamo in una nuova proprietà ma così non è stato. Si sono fatte tante voci e spese tante parole ma alla fine non si è materializzato nulla di ciò che doveva succedere. Per me è stato davvero un fulmine a ciel sereno perché credo che un imprenditore o un investitore non avrebbe avuto un’occasione migliore per prendere una società così gloriosa, affamata di calcio e con grandissima passione per la maglia. Da tifoso oltre che ex giocatore sono veramente amareggiato per ciò che è accaduto ma rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo da zero.

Che emozioni ti ha suscitato il saluto dei tifosi a mister Baldini ed i suoi ragazzi?
Conoscendo direttamente la piazza, già immaginavo questo tipo di reazione, quindi da questo punto di vista non sono stato sorpreso. Ancora oggi tanti tifosi mi scrivono e mi chiamano chiedendomi di venire giù a vedere le partite. Sono veramente fantastici. In campo davo tutto me stesso proprio perché volevo dare tante soddisfazioni ai tifosi, che vivono per questa maglia e questi colori. L’amore che riescono a trasmetterti non lo scorderai mai e quando vai via è impossibile dimenticarsi di questo ambiente e non rimanere attaccato a questa terra.

Chi ritieni abbia le maggiori responsabilità per la scomparsa di 75 anni di storia?
Quando entri in un ciclo significativo come quello vissuto dal Catania 10 anni fa, con categorie, introiti, ingaggi e contratti importanti, è difficile gestire tutto se non sei abituato a farlo ed infatti poi si sono viste le conseguenze. Con la doppia retrocessione, dalla A alla C, e l’aver continuato ad allestire organici molto competitivi e con contratti parecchio onerosi hai corso un rischio troppo grande, accumulando tanti debiti senza avere le spalle coperte da una forte liquidità. Purtroppo chi poi ha preso il Catania per tentare di estinguere quel debito, che nel frattempo si era ulteriormente aggravato, non è riuscito nell’intento ed il risultato finale è stato il fallimento.

Come mai nessun imprenditore serio ha investito sul Catania?
Non conoscendo tutte le problematiche interne non posso dire effettivamente cosa ci fosse dietro. Parlando con dei miei ex compagni rossazzurri, immagino che il percorso di risanamento abbia frenato i possibili investitori. Magari qualcuno che si è avvicinato o voleva entrare in società accorgendosi dei tantissimi debiti e di dover far fronte a spese molto superiori al previsto si è prontamente tirato indietro. Tutta questa vicenda mi rimanda al fallimento del Napoli Calcio che, dopo la perdita del titolo sportivo, è ripartito dal basso ma con un patron molto forte ed importante. Mi auguro che lo stesso succeda al Catania.

Adesso che si dovrà ricominciare da zero ritieni che tanti imprenditori, sia locali che non, si possano fare avanti per rilevare il club?
Qui a Roma, ad esempio, conosco un imprenditore che mi chiedeva, in qualità di ex giocatore, come fosse Catania e se ci fosse la possibilità di prendere parte all’asta. Credo anche che abbia provato a partecipare ma, non conoscendo i dettagli, non so come mai non si sia concretizzato il tutto. Mi auguro che adesso, azzerando tutto e ripartendo da capo, tanti imprenditori si facciano avanti nel tentativo di prendere il club ad un costo notevolmente più basso rispetto a prima ma avendo come obiettivo fondamentale quello di ricostruire, nel più breve tempo possibile, una società molto importante programmando in modo serio e lungimirante.

Cosa ti aspetti nel prossimo futuro e da quali basi si dovrà ripartire?
Innanzitutto mi aspetto che il nuovo proprietario sia un amante del calcio e che, una volta conosciuta la piazza di Catania, se ne innamori subito volendola riportare, il prima possibile, nei palcoscenici che questa città merita. Tutto questo però non sarà facile perché anche programmando non è detto che trionferai subito. Il Bari ad esempio è stato preso da De Laurentis che ha speso tantissimi soldi in Lega Pro ma ha ugualmente incontrato molte difficoltà. Non è facile vincere i campionati e ritornare nei grandi palcoscenici. Ci vorrebbe una persona con tanta voglia di calcio e passionale, come lo sono questa città ed i suoi tifosi. Mi aspetto un imprenditore ed una società che facciano le cose con programmazione, ambizioni ed investimenti. L’ideale sarebbe trovare un nuovo Massimino, una persona innamorata di questo sport e che si faccia voler bene dalla piazza etnea, anche se alla fine soltanto il campo stabilirà la bontà del progetto.

Se la nuova società ti dovesse contattare cosa faresti?
Partirei immediatamente senza pensarci un attimo. Ho sempre detto che un mio sogno sarebbe quello di tornare a Catania. Ho fatto come allenatore il settore giovanile della Lazio e quindi mi piacerebbe venire a Catania lavorando proprio con i ragazzi, specialmente Juniores ed Allievi, e preparandoli un giorno per l’esordio in prima squadra. Sarebbe un sogno bellissimo perché a me piace tanto lavorare con i giovani e chi ha la fortuna di giocare nel Catania può davvero giocare in tutti i campi d’Italia.

Cosa ha rappresentato per te Catania?
Catania è stata l’esperienza più bella ed importante di tutta la mia carriera. Ho avuto la fortuna di stare qui due anni e di conoscere tantissima gente. Ho sempre promesso a mio figlio che gli avrei fatto conoscere questa piazza nella quale ho giocato e vinto e dove ci sono persone veramente splendide. Mi auguro davvero che ripartendo da zero si possa trovare, in breve tempo, una persona con tanta voglia di fare e che sappia regalare grandi soddisfazioni ai tifosi riportando in alto questi magnifici colori. Questa piazza, una volta conosciuta nel profondo, ti entra nel cuore. Spero quindi che il nuovo presidente e tutto lo staff dirigenziale, oltre all’investimento economico in sè, mettano in primo piano anche l’aspetto umano ed il legame con questa splendida tifoseria. Mando un grosso abbraccio ed un saluto a tutti i tifosi, augurandomi davvero che in brevissimo tempo Catania possa ritornare dove merita di stare.

Si ringrazia Dino Di Julio per la cortesia, la disponibilità ed il tempo concesso per l’intervista.

 

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