ESCLUSIVA – Mario Marino: “Il calcio a Catania non avrà tante facili soluzioni per ripartire”

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Un ruolo di fondamentale importanza in questi anni, all’interno del Calcio Catania, è stato rivestito da Mario Marino, dirigente silenzioso e dalle riconosciute competenze nel settore. E’ intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com provando ancora tanta amarezza e rabbia per quanto accaduto, manifestando dubbi e perplessità per il futuro.

Un mese dallo stop al campionato del Catania, quali sensazioni tra il pensiero di ciò che è stato e l’attesa per quello che sarà? Quanto sarà difficile ricominciare da zero?
“Già passato un mese dall’estromissione del Calcio Catania dal campionato… Le mie sensazioni iniziali sono peggiorate e rimango sempre più convinto che il calcio a Catania non avrà tante facili soluzioni per ripartire. Personalmente non mi hanno mai convinto le cordate, gli azionariati popolari e queste messe in vetrina di tanti rispolverati personaggi di un calcio passato e della politica: sono uno che ha vissuto tante stagioni di ‘pallonate isolane’ e ricordo perfettamente come nessuna fumosa iniziativa del genere abbia mai partorito delle società forti e durature, ma spero stavolta che io mi sbagli di grosso e venga smentito dai fatti.

C’è ancora tanto rammarico, tanta amarezza, tanta rabbia: ci potevano essere soluzioni diverse e tutto si poteva gestire meglio. C’ero anche al trasferimento di Pulvirenti dall’Acireale al Catania, si era in B e si costruì per la Serie A. Da giugno 2016 ad oggi 6 anni al Calcio Catania, quattro con la Presidenza Pulvirenti e 2 con l’avvento della Sigi. Mi sono sempre trovato bene in rossazzurro, ho potuto svolgere il mio lavoro nella giusta maniera e a volte, ultimamente, mi è quasi dispiaciuto leggere e sentire dei tanti insulti e le maldicenze per alcuni soci SIGI subentrati alla gestione Pulvirenti. Hanno speso tanti soldi, tanti, tantissimi, alcuni li hanno tolti alle proprie famiglie, altri alle proprie aziende.

Forse hanno sbagliato a farsi rappresentare amministrativamente dentro il Calcio Catania da gente inesperta, poca personalità. Poi troppe voci fuori dal coro, troppi pensieri diversi tra loro, pochi a capire cosa significava la gestione di una squadra professionistica di calcio. In ogni caso si sapeva bene che i danni erano stati procurati dalle stagioni precedenti, da gestioni scriteriate, da decisioni insensate in cui si poteva fare tanto e meglio per salvare il Catania. C’erano tre/quattro aziendalisti con gli attributi che potevano aiutare il Catania almeno a finire la stagione sportiva, le medicine utilizzate per provare a salvare il club non erano quelle corrette.

Con il senno di poi non si rimedia agli errori del passato, potrei scrivere un romanzo sulle stagioni che ho vissuto al Catania. Si è lasciato in mano a chi ha cercato e potuto lottare per raddrizzare una situazione economica disastrosa. Penso inoltre al campionato 2017/2018 con Lucarelli in panchina: abbiamo buttato una stagione all’aria per una gestione completamente sbagliata dei vertici dirigenziali, si pensava a condurre battaglie mediatiche… Nonostante questo la squadra fece tutto il possibile. Penso ai punti persi con la Sicula Leonzio, cinque punti, mentre si litigava per dare o meno disponibilità del Massimino per i bianconeri. Si montava una polemica per qualsiasi cosa. Quella stagione è impressa nella mia mente: il Siracusa andava a pareggiare a Lecce, noi contro la Juve Stabia di Ciro Polito e Fabio Caserta sprecavamo l’occasione di andare in cadetteria. Poi le polemiche sul ripescaggio, una pagina bruttissima…”

Con lo stop alla prima squadra si è fermato anche il settore giovanile e la scuola calcio, un evento durissimo da digerire visto che questo settore rappresentava una grande risorsa del territorio sia nei termini di formazione di calciatori del futuro, molti infatti sono già approdati in società importanti, sia per togliere ragazzi in situazioni difficili dalla strada…
“Vedere le gare dei Play Off delle altre squadre, vedere Torre del Grifo sedotta ed abbandonata, vedere tutto questo materiale umano svincolato, sia della Prima Squadra che del Settore Giovanile, che viene facilmente assorbito da altre realtà senza gratificare e rimborsare la società madre che con grande merito e tanto lungo lavoro ha costruito negli anni e fatto conoscere tanti giocatori in ambito nazionale e in categorie maggiori fa certamente male. Nessuno ha pensato a questo lavoro sviluppato dal Calcio Catania con tanta professionalità e competenza dai Responsabili Dirigenti e dai tanti Tecnici qualificati. Per non parlare dei sacrifici e degli investimenti fatti per i tanti ragazzi in vitto ed alloggio, per la grande attenzione nel fare rappresentare il Calcio Catania con l’abbigliamento sportivo migliore e nelle condizioni di presentarsi a giocare nelle gare in trasferta. E’ stato un modello ed un esempio che non tanti possono capire, forse non sanno”.

Mario Marino potrebbe far parte del Catania che verrà per la sua conoscenza del territorio e dei talenti catanesi, oltre ad essere un dirigente con esperienza nella gestione di un club in una città con una forte pressione come Catania. Lei sarebbe pronto a rispondere a una eventuale chiamata?
“Il mio futuro in un possibile ‘nuovo Catania’ è l’ultimo dei miei pensieri, adesso. Solo una condizione potrebbe farmi oscillare e cambiare idea, ovvero che ci fosse Maurizio Pellegrino a dirigere la nuova Società che prenderà il posto alla defunta Calcio Catania spa e che lui mi chiedesse di restare nel suo gruppo di lavoro. Per me è l’unica soluzione. Il direttore Pellegrino mi ha rispettato a livello personale e mi ha fatto sentire importante e a lui non direi di no qualora me lo chiedesse”.

Catania è una piazza appetibile per possibili investitori, davvero importanti oppure è un miraggio in questo momento?
“Catania piazza appetibile? Sento nomi e figure da film western… Questi sono i momenti speciali dei politici locali, una vetrina per farsi notare. Ho solo un forte dispiacere per la tifoseria, per la loro passione e per l’amore della nostra gente per la propria squadra. Speriamo bene”.

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