A MENTE FREDDA: l’analisi del match disputato dal Catania contro il Licata

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“Pattenu i cavaddi”, scrive come di consueto sui social Giuseppe Rizzo. In realtà i cavalli sono partiti già da un bel pò di tempo. E proseguono una cavalcata inarrestabile, salvo qualche rallentamento fisiologico lungo il percorso. Superati gli ostacoli del girone d’andata, da quando è iniziato il 2023 il Catania sa solo vincere. Al “Massimino”, poi, non c’è scampo per nessuno. Neanche per un Licata che attraversava un grande momento di forma, venuto coraggiosamente a giocarsi la partita ma uscendo dal confronto con quattro gol sul groppone.

«Passivo esagerato», sostiene il tecnico Giuseppe Romano, ma le statistiche evidenziano una supremazia netta da parte del Catania che ha avuto un solo demerito, quello di fare rientrare in partita un Licata che già dopo 8 minuti era sotto di due reti. Un gol, quello gialloblu, frutto di un rilancio sbagliato di Lorenzini e dello sviluppo di un’azione in cui anche Rapisarda si è fatto sorprendere, con Saito abile a sfruttare l’amnesia difensiva a centro area. Sarebbe potuto essere il primo ‘clean sheet’ (gara conclusa a reti inviolate) del nuovo anno per Bethers, ma va bene così. Complessivamente il Catania ha rischiato poco o nulla, facendo valere la propria superiorità.

La squadra di Ferraro si è rivelata letale nei primi minuti, sfruttando abilmente due calci d’angolo battuti dallo specialista Lodi (gara super del capitano) e le capacità d’inserimento di Sarao (bentornato al gol) e Vitale (ancora protagonista), pronti a depositare di testa il pallone in fondo al sacco. Schemi funzionanti a meraviglia, dopo che lo staff tecnico – Zeoli in primis – aveva spinto parecchio in settimana sulle azioni di sviluppo dei corner. Nel corso della ripresa le ingenue doppie espulsioni di Vitolo e Frisenna (ex di turno) hanno spianato la strada ad un Catania che ha sempre avuto il controllo del match, ad eccezione di qualche insidiosa ripartenza.

Per l’ennesima volta i cambi (a conferma che le opzioni in panchina sono sempre di primissima scelta ed il mister sa leggere bene le partite) sortiscono gli effetti sperati. Palermo è un autentico soldato. Svolge fedelmente i compiti assegnati con senso d’appartenenza, cuore, corsa e qualità. Di pregevole fattura il gol siglato dal centrocampista catanese doc che conferma di farsi trovare sempre pronto, anche quando parte dalla panchina. Sorride Giovinco, pure lui subentrato, trasforma il calcio di rigore del definitivo 4-1. Applausi per l’esordio di De Respinis (meccanismi da oliare ma dimostra di essere ben presente in campo) ed il ritorno di Litteri, che rimette piede sul terreno di gioco dopo un lungo stop.

Un bel Catania, quello che con grande intensità e applicazione ha archiviato la pratica Licata vincendo senza grossi patemi una sfida che non era affatto semplice. Lo spettacolo piace al pubblico, le mani si spellano ed il coro ‘La capolista se ne va’ fa capire come il traguardo non sia poi così lontano. Tifosi rossazzurri entusiasti, un pò meno quelli del Licata che – tra uno sfotto e l’altro – si sono fatti sentire, venendo però sovrastati dal calore del “Massimino” in festa.

14 punti di vantaggio sul Locri secondo classificato sono tanta roba. Mister Ferraro continua a fare da pompiere, giustamente, godendosi una squadra che non perde l’occasione di dimostrare il proprio valore, dominando un campionato senza antagonisti. Se non il Catania stesso, che esprimendosi a questi livelli si rivela un osso durissimo per chiunque. Tuttavia non è ancora il momento di fare calcoli. Bisogna continuare a galoppare verso la meta, ogni settimana che passa sempre più vicina.

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