ROCCA: “Dall’Inter al Catania, giocando a calcio ho realizzato un sogno”

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foto Catania FC

Ha girato spesso, in carriera, il neo acquisto del Catania Michele Rocca. Ai microfoni di Chancebet News il centrocampista ripercorre le tappe più significative della propria carriera, avendo realizzato il grande sogno di giocare a calcio. Ecco quanto evidenziato:

“Fin da piccolo amavo il calcio, a 5 anni ho iniziato a giocare in una squadretta del mio paese. Ogni momento libero lo trascorrevo in giardino, a scuola con i miei compagni ed amici a pallone. L’Inter è stata fondamentale per il mio percorso perchè ero davvero piccolo, avevo 10 anni. All’inizio non è stato facile perchè abitavo a 70 km da Milano ed i miei genitori non hanno voluto che mi trasferissi subito, preferendo che terminassi gli studi, sono stati 6-7 anni di avanti e indietro tutti i giorni, studiavo in macchina però è stato importante perchè mi ha formato sul piano caratteriale. Sono riuscito a completare gli studi senza problemi. Ho raggiunto il mio sogno”.    

“Successivamente, a 14-15 anni ripartì da Novara, non la presi bene perchè l’esclusione da una squadra come l’Inter a quell’età l’avevo vissuta come qualcosa di negativo, in realtà però mi sono rilanciato disputando due anni importantissimi, tornai in Primavera all’Inter vincendo il Torneo di Viareggio che fu un primo traguardo di rilievo. Penso anche all’esperienza con la Nazionale italiana Under 20, non tutti potevano indossare quella maglietta, un tipo di percorso che è stato un motivo d’orgoglio in più per me”.      

L’esordio in Serie A fu una gioia immensa perché ero molto giovane, da lì è iniziata la mia carriera che mi ha portato a girare tanto. Ero della Sampdoria ma gli anni successivi per farmi un po’ le ossa e crescere ho girato molto in prestito. A Lanciano fu la mia prima esperienza vera, giocando da febbraio in poi quasi tutte le gare. Da lì in poi ho avuto diverse parentesi come a Latina, sempre in B, ho incontrato difficoltà a Vercelli a causa di problemi con allenatore e società giocando poco, a gennaio scesi in C alla Feralpisalò dove mi sono rilanciato, gli anni successivi sono tornato in Serie B a Livorno dove ho fatto due anni prima di trasferirmi a Foggia. Venivo da un anno travagliato a Livorno sul piano societario, allora scesi in C per un nuovo rilancio e dimostrare di essere ancora un giocatore all’altezza. Concluso il biennio foggiano, andai a Novara perché volevo avvicinarmi alla famiglia dopo parecchi anni ma purtroppo fu un’annata abbastanza difficile perché si erano create delle aspettative forse un pò troppo alte su di noi ed a fine stagione il progetto societario è un po’ cambiato, ma io avevo altre ambizioni. Allora ho deciso di cercare qualcosa di più stimolante, poi fortunatamente è arrivata la chiamata del Catania ed ho accettato subito”.

Il trasferimento a Catania è stata un’emozione forte perché prima ancora che arrivassi ho ricevuto tantissimi messaggi, una cosa fantastica che ti fa sentire importante. Spero al più presto di ripagare questo affetto e questa fiducia sul campo. Ho capito con l’esperienza che il lavoro è fondamentale, già dai primi giorni la società rossazzurra si è espressa in questa direzione. Il club è ambizioso e noi dobbiamo andare verso questa strada”.

“Quale allenatore ricordo con particolare piacere? Dico Marco Marchioni. Lo conobbi a Latina quando lui era ancora un giocatore. Da lì in poi ha sempre cercato di portarmi con sé. In un momento difficile perchè ero a casa senza squadra mi ha voluto fortemente a Foggia e gli devo tanto perché penso di avere fatto la mia annata migliore in rossonero. Quali passioni coltivo? Non riesco tanto a stare fermo, spesso gioco a padel o vado a nuotare, giro in bici. Personalmente ho la passione per gli orologi, dall’età di 18-19 anni ho iniziato a leggere, studiare referenze, modelli, mi piace tanto. Mi auguro di chiudere con il calcio giocato più tardi possibile ma sogno di aprire un piccolo centro sportivo così da poterlo gestire una volta che smetterò”.   

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