CATANIA: oggi, sabato 9 settembre 2023, due ex rossazzurri festeggiano il compleanno

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Giornata speciale per due ex giocatori del Catania. Festeggia il compleanno il 29enne attaccante catanese Simone Caruso, cresciuto proprio nelle giovanili rossazzurre e che ha esordito nella Prima Squadra dell’Elefante il 27 aprile 2014, in Serie A. Gara non da ricordare per il risultato, in quanto l’Hellas Verona s’impose per 4-0 su un Catania sempre più diretto verso la B, ma Caruso non dimenticherà mai l’emozione dell’esordio in uno stadio della massima serie e, per di più, rappresentando i colori rossazzurri. In seguito il ragazzo ha proseguito la carriera nelle categorie inferiori.

Che dire, invece, dell’ex attaccante Francesco Patino? 89 anni compiuti, il nativo di Bari vestì la maglia del Catania tra il 1956 ed il 1958 totalizzando 30 presenze condite da 9 reti in Serie B. Citiamo un episodio curioso che risale al 10 marzo 1957 quando il Catania allenato da Gipo Poggi si aggiudicò il derby di Messina con il risultato di 3-1. Filippo Nicoletti unico marcatore tra le file peloritane, mentre il Catania mise in grande evidenza proprio Patino, autore di una tripletta indimenticabile. Lo stesso Patino, qualche anno fa, in un’intervista concessa a foggiasport24.com ricordò quei momenti svelando alcuni retroscena curiosi:

“Il tecnico Poggi aveva chiesto al presidente un’ala di scorta. Un ragazzo che non avrebbe sofferto la concorrenza del nazionale tedesco Spikofski. Scelsero me, perché giovane e di poche pretese. Ricordo ancora la battuta che mi rivolsero il giorno in cui arrivai a Catania. Sceso dal treno trovai giornalisti e addetti della società ad attendermi ma nessuno mi riconobbe perché ero mingherlino e basso. Un fisico molto diverso da quello di un atleta. Rimasti solo io e loro sulla banchina mi hanno chiesto se fossi Patino. Io risposi di sì e il portapacchi disse: «Questo è mezzo e l’altra metà dov’è?»”.

“Non giocavo mai. Alla vigilia del sentitissimo derby contro il Messina ricevetti la chiamata del tecnico: «Ciccio, vai a letto presto, domani giochi tu. Il tedesco ha la febbre». E chi dormì quella notte… Ricordo la disperazione dei tifosi nell’apprendere che sarebbe sceso in campo il ‘ragazzino’. «Partita già persa», dicevano. Vedendomi scoraggiato, Karl Aage Hansen mi prese in disparte: «Stai tranquillo e ascoltami: quando prendo palla io finta di allargarti sulla fascia e buttati con tutta la tua velocità verso l’area. La palla arriverà lì». Vincemmo il derby con tre gol di un certo Patino, più uno annullato e una traversa. La mattina successiva, sceso in piazza, trovai una mia foto e un paio di scarpini allacciati alle parti basse della statua dell’Elefante. Tutti mi invitavano al bar per offrirmi la colazione”.

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