L’EDITORIALE – Non un bel biglietto da visita. Parlare di calcio sta diventando un optional. Tifosi sull’orlo di una crisi di nervi

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In un contesto in cui l’iscrizione al campionato continua a rappresentare un miracolo, l’aggiunta del mancato pagamento degli stipendi di giugno non fa che confermare le difficoltà dell’attuale proprietà. Il passaggio di consegne è ormai un passaggio obbligato. Se ne parla da tempo, ma l’elevato monte debitorio scoraggia molti potenziali investitori che si affacciano al Catania e, poi, decidono di fare un passo indietro. Gli otto lunghi mesi di trattativa con Joe Tacopina e la spettacolarizzazione della stessa, non hanno prodotto alcunchè nella sostanza.

Chiedere un sacrificio economico ai tifosi ha aiutato il club ad iscriversi al campionato, raccogliendo nel giro di circa una settimana 140mila euro. Al resto hanno pensato i componenti della Sigi, sponsor, altri imprenditori misteriosi ed i maltesi, che potrebbero far parte di Famalco Group ma nessuno conferma, nè smentisce. L’iscrizione, tuttavia, sarebbe dovuta essere un punto di partenza e non di arrivo. A giudicare dalla prima scadenza federale della nuova stagione non rispettata, il biglietto da visita si presenta tutt’altro che perfetto.

A Catania parlare di calcio sta diventando un optional. Da anni l’extra-campo prende il sopravvento su quello che dovrebbe essere, invece, lo scopo principale. Cioè occuparsi delle vicende legate al rettangolo verde, al calciomercato, alle scelte tecniche dell’allenatore, alle giocate di un singolo calciatore o all’espressione di gioco del collettivo. Proprio quando si torna a parlare finalmente di campo, puntualmente saltano fuori discorsi su debiti, criticità economiche, problemi di natura tributaria ed entrano in gioco avvocati e carte bollate. Tutto ciò che nulla ha a che vedere con il calcio inteso come sport, divertimento, motivo di svago.

Per i tifosi è stata già dura, durissima non poter accedere allo stadio per garantire il proprio sostegno dagli spalti a causa del Covid. Figuriamoci adesso che l’incertezza societaria continua, con rassicurazioni insufficienti e fiumi di parole che non trovano riscontro nei fatti. Oggi il Catania è una società che va avanti producendo una fatica massiccia e costante lungo la prosecuzione del percorso, pagando le gravi carenze della precedente gestione. La tifoseria è ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Il popolo rossazzurro è stanco di vedere anni consecutivi di Lega Pro, di riscontrare poca chiarezza e commentare argomenti che sempre più di frequente esulano dal campo. Un’agonia senza fine per un Catania martoriato che prova a risollevarsi ma stenta a ritrovare la luce.

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