L’EDITORIALE – Si respira l’aria della vigile attesa

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Il mese di giugno è ormai iniziato e si sono intensificati i movimenti che riguardano la manifestazione d’interesse per rimettere in moto la macchina del calcio nella città di Catania. Movimenti confermati dagli esponenti della politica etnea, chiamati a raccogliere adesioni e valutare, nella persona del sindaco facente funzioni, la migliore alternativa possibile per rilanciare le ambizioni di una piazza ferita, anche nell’orgoglio, dopo i fatti dei mesi scorsi.

Dati per assodati i diversi interessamenti di cui molte testate giornalistiche hanno effettivamente dato contezza, in città si respira l’aria non tanto dello scetticismo, quando della necessità di rivelare fatti più che chiacchiere da bar. Non potrebbe essere altrimenti dopo i racconti degli ultimi anni che non hanno portato a nulla di buono.

Del resto soltanto conoscendo a fondo le informazioni di queste realtà per il momento soltanto potenzialmente interessate, in attesa dell’invio della documentazione utile a far diventare l’interesse qualcosa di più, potremmo tutti valutare in maniera efficace e legittimare la migliore proposta. L’aria che si respira alle falde dell’Etna è quella della vigile attesa, con un cauto ottimismo che ripartendo da zero qualche figura imprenditoriale di alto profilo possa aver strizzato l’occhio ad una città sí in difficoltà ma anche ricca di risorse, se “spronata” e foraggiata con investimenti significativi e intelligenti.

L’idea che il calcio a Catania possa fermarsi per un anno non può sfiorarci, sarebbe una beffa dopo il danno. Sono stati questi i mesi più duri di sempre guardando alle vicende del pallone che rotola in terra etnea, fatti che hanno scatenato una polveriera di commenti e polemiche, che hanno spaccato determinati ambienti del tifo rossazzurro e ne hanno ricompattati altri nella voglia di urlare e manifestare a tutti il proprio bisogno di tornare allo stadio, parlando di calcio con l’ambizione di tornare tra i grandi. Niente di troppo machiavellico, concetti semplici, mentre si avvicina la data entro cui potersi presentare ufficialmente alla città quale alternativa per il futuro.

L’attesa, si spera, non dovrebbe durare ancora a lungo.

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