FIFA: allo studio norma per estendere contratti in scadenza

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La FIFA sta valutando seriamente l’ipotesi di prolungare le competizioni, a seguito dell’emergenza Coronavirus nel mondo. Questa eventualità comporterà conseguenze anche per i contratti dei calciatori. Si sta studiando una nuova norma per prolungare i contratti attualmente in scadenza al 30 giugno fino al termine effettivo della stagione 2019/20, ma non è semplice trovare una soluzione. Basti pensare anche alle clausole inserite in determinati contratti, vedi opzioni per il riscatto, bonus e quant’altro. Tutto questo a patto che si riesca fattivamente a ripartire, in tale contesto s’inserisce anche il discorso legato allo stipendio dei calciatori. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS IN ITALIA: mascherine in arrivo da tutto il mondo ma anche di produzione italiana

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L’Italia si mobilita affinchè arrivi il più alto numero possibile di mascherine. Nei giorni scorsi sono state sbloccate le mascherine nelle dogane di tutto il mondo e ne sono arrivate 2 milioni e mezzo dal Brasile, un milione e mezzo dall’Egitto, altri tre milioni dalla Cina, 40mila dall’india, 120mila dalla Repubblica Ceca. Ma non basta. Da lunedì parte una prima quota di produzione italiana di mascherine su larga scala, come annunciato da Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, al termine di una riunione con il gruppo di lavoro. Saranno prodotte da 25 aziende del settore moda 200.000 mascherine chirurgiche al giorno, 500.000 dalla prossima settimana e 700.000 al giorno dalla successiva. Le imprese del settore dell’igiene personale da lunedì 30 marzo realizzeranno 150.000 mascherine al giorno, 400.000 dalla prossima settimana e 750.000 al giorno in quella successiva. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

ESCLUSIVA – Esposito: “A Potenza la svolta. Non perderemo la mentalità acquisita. I tifosi hanno messo davanti a tutto l’amore per il Catania”

55 presenze con la maglia del Catania. Il difensore Andrea Esposito si è sempre messo a disposizione della squadra, dando il proprio contributo quando chiamato in causa. Anche lui crede nel sogno Serie B. Adesso però è prioritario che l’Italia, da Nord a Sud, si unisca per ritrovare nel più breve tempo possibile il sorriso smarrito e dimenticare questa triste pagina di storia. Esposito è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com mantenendo viva la speranza di portare a termine il campionato. Andrea, il momento è delicato. Come trascorri il tuo tempo in questi giorni difficili per l’Italia? “Purtroppo sto trascorrendo il mio tempo in casa, come tutti. Abito in un appartamento e non posso fare granchè. Svolgo gli esercizi che ci ha dato il preparatore, cerchiamo di tenere una forma decente sperando che tutto si risolva prima possibile”. E’ in forse la ripresa del campionato. Che idea ti sei fatto delle tante ipotesi formulate ultimamente? “Ci sono varie opzioni. Bisogna attendere l’evolversi della situazione. Ci hanno detto che la proroga sarebbe durata fino al 3 aprile, adesso sembra il 18 ma non credo si stia registrando un miglioramento. Ci sono molte famiglie ed imprenditori in difficoltà, per cui il calcio in questo momento passa in secondo piano. In cuor nostro speriamo che si riprenda al più presto per portare a termine nel migliore dei modi il campionato. Chiuderlo adesso sarebbe un dramma”. In che misura può incidere questa lunga sosta? “Sarebbe problematica per tutti. Ho sentito un pò le altre squadre, bene o male sono tutte sulla stessa barca. Chi riesce magari fa qualcosina in più con delle cyclette e lavori maggiormente specifici ma alla ripresa del campionato ci saranno grossi problemi, sarà un torneo a parte per tutti. Penso che bisognerebbe fare una mini preparazione nell’ottica di giocare ogni tre giorni. Sarà difficile anche sostenere dei grossi carichi di lavoro per affrontare un tour de force così estenuante. Noi attraversavamo un buon momento sotto l’aspetto psicofisico, purtroppo questa sosta ci ha frenato un pò. Nell’ultimo periodo  affrontavamo le partite con un approccio totalmente diverso ma non abbandoneremo la nuova mentalità che il mister ci ha inculcato”. Cosa è cambiato nello spogliatoio? “Ad inizio campionato avevamo un altro allenatore e altri giocatori in organico. Qualcosa è cambiato, non so cosa. Il mister come ho detto prima ci ha trasmesso una mentalità diversa. Forse il fatto di avere una situazione di classifica non ottimale ci ha permesso di proseguire il campionato con meno pressioni, più spensieratezza. Magari prima eravamo più leggerini su alcuni aspetti”. Quanto è evidente la mano di Lucarelli? “Lucarelli ha inciso anche sul piano tecnico-tattico. All’inizio ha trovato una situazione non semplice, i risultati fuori casa non arrivavano e tutti quei gol subiti mentalmente hanno influito. Avevamo poca autostima. Poi quando migliorano i risultati è tutto diverso. Rendi di più, scendi in campo con un piglio diverso. Abbiamo cambiato atteggiamento, giocando più accorti e battaglieri, come richiede la categoria”. Catania forse con meno qualità ma più squadra di categoria adesso? “Magari abbiamo perso qualcosina qualitativamente, ma secondo me anche negli anni passati il Catania combinava qualità e quantità. La differenza sta nell’atteggiamento adottato, nell’aggressività. Il cambio di mentalità si è concretizzato indipendentemente dagli uomini ed è scattata qualcosa in noi, capendo di avere delle potenzialità diverse rispetto a quelle dimostrate ad inizio anno. Ci ha penalizzato l’avvio di campionato con delle gare fuori casa incommentabili. Quello è stato il problema. A Potenza sono iniziate le difficoltà in campionato. Poi la gara di Coppa, sempre sul campo del Potenza, secondo me ha rappresentato il bivio che ci ha fatto svoltare generando in noi la consapevolezza di potere fare bene con chiunque, anche in trasferta. Il mister ha ragione quando dice che è il gruppo la forza di questo Catania”. A proposito di gruppo, come state vivendo questo distacco? “Abbiamo creato un gruppo whatsapp, ci sentiamo quasi ogni giorno per commentare, ridere, mandarci dei video. Siamo sempre a stretto contatto, anche se questa situazione dispiace. Non è bello non poterci vedere e allenare insieme, il campo ci manca perchè è questo il nostro lavoro. E’ un periodo complicato per tutti, speriamo passi presto e di ritrovarci quanto prima a Torre del grifo. Io al momento sono bloccato a Lecce”. Andrea, hai totalizzato sin qui 55 presenze con la maglia del Catania. Come valuti il tuo percorso? “Non sono contentissimo perchè so che avrei potuto dare molto di più, ma l’anno scorso sono arrivato da svincolato ad agosto e non ero in condizioni ideali, faccio fatica se non trovo continuità in base al mio fisico. Ma quando chiamato in causa ho sempre dato la mia disponibilità per il Catania e continuo a farlo, sperando di raggiungere l’obiettivo sperato. Ripeto, chiudere il campionato anticipatamente sarebbe una sconfitta per tutti. Vogliamo giocare i play off perchè ci crediamo. Attendiamo le decisioni, il gruppo si è compattato. Nelle difficoltà o molli totalmente e si sfalda tutto, oppure ti compatti completamente e magari riesci a raggiungere qualcosa che sembrava impensabile. Siamo consapevoli delle nostre possibilità, vorremmo provarci. Il nostro sogno è sempre quello di conquistare la B nonostante le numerose difficoltà”. Cosa pensi della forte crescita di Mbende? “In questa squadra, sembra retorica ma non è così, sono tutti titolari. Abbiamo calciatori che potrebbero giocare in qualsiasi momento e categoria. Mbende sta facendo benissimo ed è facilitato dall’arrivo di Lucarelli. Siamo molto più accorti, battaglieri, sono contento di questo e Mbende si è inserito positivamente. Avrà sicuramente un grande futuro”. Focalizziamo l’attenzione sulla tua carriera. Quali ricordi custodisci gelosamente? “Ce ne sono tanti. Quello rimasto più impresso nella mente è la convocazione in Nazionale insieme a Biagianti e Mascara nello stage con il CT Lippi. Purtroppo io e Marco non siamo riusciti ad esordire ma indossare quella maglia è fantastico, ti trasmette emozioni indescrivibili. Bello anche ricordare i miei trascorsi a Lecce. Ho fatto le giovanili fino ad arrivare all’esordio in prima squadra. Riuscirci con la formazione della mia città è qualcosa di bello, così come il fatto di essere andato a segno in tutte le categorie. La Puglia è la mia terra e ne sono molto legato. Ho fatto anche il grande salto in A. Ricordo quando mister Beretta mi disse di rimanere proprio nel momento in cui ero convinto di andare via e fui titolare in Serie A. Ho realizzato un sogno”. Hai qualche rammarico? “Sì che ne ho. Dopo la convocazione in Nazionale sono andato a Genova (sponda genoana, ndr) trovando poco spazio e non è stata la scelta migliore dal punto di vista professionale ma sono contento di quello che ho fatto. La carriera rispecchia il mio valore. Si poteva sempre fare di più, però è inutile pensarci”. Quale messaggio vuoi mandare ai tifosi? “Intanto la speranza di ritornare presto alla vita normale. Noi anche all’interno del gruppo ne parliamo, immaginiamo il ritorno allo stadio come ci siamo lasciati. Con i cori sotto la curva ed il giro di campo per salutare la gente. I tifosi penso abbiano capito il nostro impegno e la situazione, anche loro non erano contenti ma alla fine hanno messo davanti a tutto l’amore per i colori rossazzurri escludendo il resto. L’apporto della gente è sempre stato sensazionale. Ci aspettiamo uno stadio pieno ed il ritorno alla vita normale, cosa fondamentale”.  Esposito, infine rivolge un appello: “Sosteniamo tutti l’attività ospedaliera del Cannizzaro per l’emergenza. In questo momento particolare ci teniamo anche noi a dare una mano”. Si ringraziano Andrea Esposito e Angelo Scaltriti, Responsabile Comunicazione e Stampa, per la gentile concessione dell’intervista. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook*** © RIPRODUZIONE DEL TESTO, TOTALE O PARZIALE, CONSENTITA ESCLUSIVAMENTE CITANDO LA FONTE – Qualunque violazione del diritto di copyright sarà perseguita a norma di legge.

PETRONE, l’ex Catania dall’Ecuador: “Coronavirus, ci siamo fermati a 5′ dal fischio d’inizio. Situazione non drammatica qui, per ora non torno in Italia”

L’ex allenatore del Catania Mario Petrone, che attualmente siede sulla panchina del Club Deportivo y Social Santa Rita, parla ai microfoni di tuttomercatoweb.com della situazione legata al Coronavirus in Ecuador: “Siamo in isolamento dall’altra domenica. Diciamo che la situazione non è drammatica: qui il virus è arrivato un po’ in ritardo e hanno potuto giocare d’anticipo. Seguendo gli esempi di Cina e Italia, hanno limitato gli arrivi. Sabato siamo andati in trasferta, a Pelileo, sul monte Chimborazo, in altura. Abbiamo fatto il riscaldamento, poi il riconoscimento con l’arbitro. Cinque minuti prima del fischio d’inizio, è arrivato un dirigente della Lega a comunicarci che il presidente dell’Ecuador ha sospeso ogni tipo di attività. Quel sabato erano decedute cinque persone. Sul momento la decisione ci è stata comunicata un po’ così, ma hanno fatto bene. La settimana precedente avevamo giocato a porte chiuse e sinceramente è stato meglio così”. “Dalle 2 del pomeriggio alle 7 del mattino la polizia gira in lungo e in largo per la città. Non puoi spostarti da una città all’altra, salvo che in determinate circostanze. E in quei casi ti sanificano la macchina, sanificano te: ti spruzzano addosso dei prodotti igienizzanti. Certo, ci sono tante domande e poche risposte. Qui tanta gente vive davvero alla giornata, e se non può uscire di casa non sa come andare avanti. Oggi il problema è di salute, ma può diventare esistenziale e sociale”. “La mia famiglia? In Italia. Sono tranquillo perché loro stanno bene. Ci sentiamo, ci videochiamiamo. A livello professionale e umano sono contento di essere venuto qui, è una bella esperienza. Certo, ora è tosta: sei impotente davanti a una cosa del genere. Se ho pensato di rientrare finché le cose torneranno alla normalità? Per ora no. Non è così facile ritornare in Italia, gli aeroporti sono chiusi. E poi se anche decidessi di rientrare dovrei fare degli scali e dovrei rispettare un periodo di 14 giorni di quarantena, non so dove. Con il rischio di dover tornare in Ecuador quasi subito per la ripresa del campionato”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS IN SICILIA: i casi registrati nelle singole province, 368 a Catania

Dopo la pubblicazione del numero di contagi odierni nell’Isola, la Regione Siciliana rende noto anche l’aggiornamento relativo alle province, coi casi trasmessi nella giornata di oggi (domenica 29 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale: Agrigento, 75 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 61 (19, 3, 4); Catania, 368 (136, 16, 23); Enna, 181 (92, 1, 10); Messina, 266 (129, 8, 15); Palermo, 216 (78, 14, 6); Ragusa, 27 (7, 3, 2); Siracusa, 66 (35, 18, 3); Trapani, 70 (26, 0, 1). ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS IN ITALIA: quasi 100mila casi complessivi, più di 73mila persone attualmente contagiate

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Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Italia complessive 97.689 persone hanno contratto il Covid-19 (5.217 persone più di ieri). Di queste, 10.779 sono decedute (+756) e 13.030 guarite (+646). Attualmente i soggetti positivi, escludendo morti e guariti, sono 73.880 (+3.815 rispetto a ieri). I pazienti ricoverati con sintomi sono 27.386; 3.906 sono in terapia intensiva (+50), mentre 42.588 in isolamento domiciliare fiduciario. I dati sono stati forniti dalla Protezione civile. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

BONACINI (Pres. Carpi): “Se il campionato si fermerà, giusto guardare alla media punti”

Il Presidente del Carpi Stefano Bonacini in merito all’emergenza Coronavirus, attraverso quanto rilasciato alla Gazzetta di Modena: “La mia generazione non avrebbe mai pensato di vivere un momento come questo provocato dall’epidemia da Coronavirus. E’ un momento difficilissimo e si può solo essere preoccupati. Per la salute della gente e la ricaduta che ci sarà sul lavoro e sull’economia. Il calcio è meno importante“Se il Coronavirus ce lo consentirà, il campionato andrà concluso. Se così non fosse, credo sia giusto si guardi la media punti, ma mi auguro di poter giocare le partite che restano. Certo, la Serie C poteva fermarsi prima, in sintonia con A e B. Sarà una ecatombe, molte squadre probabilmente non riusciranno ad iscriversi l’anno prossimo”. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS IN SICILIA: più di 1.400 casi, 1.330 persone ancora contagiate e 65 decessi

Questo il quadro riepilogativo della situazione in Sicilia, aggiornato alle ore 17 di oggi (domenica 29 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 13.814. Di questi sono risultati positivi 1.460 (+101 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.330 persone (+88). Sono ricoverati 522 pazienti (+10 rispetto a ieri), di cui 71 in terapia intensiva (uguale), mentre 808 (+67) sono in isolamento domiciliare, 65 guariti (+5) e 65 deceduti (+8). ULTIM’ORA – i casi registrati nelle province, 368 a Catania   ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

CORONAVIRUS IN SICILIA: l’esito dei primi controlli della Regione sui prezzi dei prodotti

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Ha preso il via da Palermo l’operazione di controllo sui prezzi dei prodotti agroalimentari disposta dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e condotta dal Nucleo operativo del Corpo forestale, guidato dal comandante Luca Ferlito. Le prime verifiche, effettuate tra il capoluogo e il Comune di Monreale, hanno interessato diversi punti vendita della Grande distribuzione organizzata e grandi rivendite di ortofrutta al dettaglio. Lievissimi gli aumenti riscontrati sulla frutta mentre, per quanto riguarda gli ortaggi – in particolare finocchi, broccoli, cavolfiori, fagiolini e zucchine – i prezzi, in alcuni casi, sono risultati maggiorati anche più del cento per cento.

“Per i venditori, che hanno dichiarato di attenersi alle disposizioni avute dalle piattaforme dalle quali ricevono la merce – spiega il presidente Musumeci – c’è stato finora soltanto un richiamo verbale, facendo prevalere il buon senso che in questi giorni deve rappresentare una regola generale. Adesso, comunque, risaliremo ai fornitori con controlli mirati. Come mi dicono, la gente che affollava i punti vendita ha mostrato di apprezzare la presenza dei nostri agenti e i loro accertamenti. Noi andremo avanti proprio per tutelare il consumatore al quale, comunque, ribadiamo che non c’è alcuna necessità di fare rifornimenti esagerati perchè la distribuzione degli alimenti non subirà rallentamenti”. L’operazione contro il rincaro dei prezzi condotta dal Nucleo operativo per la sicurezza agroalimentare del Corpo forestale della Regione Siciliana proseguirà nelle prossime settimane e interesserà le anche le altre province dell’Isola. ***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***

MUSUMECI (Pres. Regione Sicilia): “Coronavirus, 95% dei siciliani non va in giro. Picco entro metà aprile. Si consenta alle persone di mettere il pane a tavola”

“In Sicilia l’epidemia economica è arrivata prima del picco dell’epidemia sanitaria”. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, intervenendo a Sky Tg24, ha reso plasticamente evidente a tutti la situazione di crisi sociale che rischia di esplodere nell’Isola.

“Due settimane di inattività – ha spiegato – hanno messo in sofferenza una società che vive anche di lavoratori precari che lavorano alla giornata per portare a casa anche 30, 40 euro. Il mio governo ieri – ha proseguito – per fare fronte a questa drammatica condizione ha messo a disposizione dei Comuni ben 100 milioni di euro destinati esclusivamente all’assistenza”.

E’ chiaro, ha detto Musumeci, che si “devono continuare a rispettare le regole, ma dobbiamo consentire alle persone di mettere il pane sulla tavola e qui soffrono tante imprese e tanti lavoratori dipendenti, ma soprattutto quelli che non hanno reddito e vivono con attività quotidiane. Gente costretta a stare a casa e che non porta più niente da mangiare”.

Il presidente della Regione, che ha incassata unanimi consensi per lo stanziamento di cento milioni a beneficio delle famiglie meno abbienti, ha fatto riferimento al governo nazionale. “Se gli aiuti non si integrano tra Regione e Stato – ha aggiunto – ogni sforzo diventa difficile. Noi abbiamo deliberato che l’Irfis, l’unica banca di cui dispone la Sicilia, metta a disposizione delle imprese fondi per 200 milioni di euro. In Sicilia il tessuto produttivo è fatto di piccole imprese”.

Sullo stato di diffusione del contagio del Covid-19 in Sicilia, Musumeci ha spiegato che il 95 per cento dei siciliani rimane a casa, “non va in giro, il picco dei contagi del Coronavirus dovrebbe arrivare entro la metà di aprile”. E se sotto il profilo della risposta sanitaria all’emergenza la Regione sta facendo tutto il possibile, lo stesso non si può dire per la fornitura, da Roma, dei dispositivi di protezione individuale, mascherine, camici e guanti.

“In regime ordinario abbiamo 411 posti di terapia intensiva e pensiamo di poterne allestire altre 500 almeno. Abbiamo già convertito reparti di ospedali pubblici – ha aggiunto il presidente della Regione – e stiamo lavorando anche per i posti letto di pazienti positivi senza rianimazione. Stiamo lavorando per dare serenità alla gente”. Poi l’affondo: “La Sicilia produce tutto, dai fichidindia alle arance rosse, ma non camici e Dpi. Per tutto questo attendiamo che l’Unità di crisi possa farci arrivare il carico. Arriva qualcosa con il contagocce, ma non può bastare quando arriverà il picco”.

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