LO MONACO: “Magari finirà con un maxi risarcimento per noi. Si è perso troppo tempo”

Ulteriori dichiarazioni dell’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco ai colleghi de La Gazzetta dello Sport sul caso ripescaggi:

“Hanno allungato i tempi in maniera esagerata per farci arrivare a questo stato di cose. Ed è l’ennesima puntata di una stagione gestita nel peggiore dei modi. Come si fa a discutere adesso di un argomento così importante se in estate c’era lo spazio per mettere ogni cosa a suo posto e abbiamo dovuto incassare continui rinvii? Il Catania è dalla parte della ragione, ho sempre detto, per mesi, che la B non sarebbe stata una concessione, ma un diritto acquisito. Non certo un regalo. La B doveva essere nostra ma non oggi, già tre mesi fa, non capisco perché s’è perso tanto tempo. Magari va a finire con con una sentenza finale di natura risarcitoria. Ci è stato perpetrato un danno enorme sotto ogni punto di vista: da quello organizzativo a quello tecnico, senza pensare a quello che è stato il danno per i tifosi, il rallentamento della campagna abbonamenti che dopo che ci tolsero la B accusò un calo vistoso come incassi”.

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ESCLUSIVA – Prestanti: “Catania pietra miliare della mia carriera. Massimino, grandissima umanità. In rossoazzurro ci sono obblighi verso la città”

Stagione 1974-75, Catania promosso in Serie B. Annata ricca di soddisfazioni per l’ex difensore rossoazzurro Valeriano Prestanti che, in carriera, ha fatto anche parte della rosa del Monopoli tra il 1982 ed il 1987. Martedì ha assistito alla partita Monopoli-Catania così come un altro ex etneo, Rocco Roberto Paris, intervenuto nei giorni scorsi ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com. Abbiamo avuto il piacere di contattare telefonicamente anche Prestanti, ben lieto di rispondere alle nostre domande.

Allora Valeriano, cominciamo a sfogliare l’album dei ricordi in rossoazzurro…
“Catania è una delle pietre miliari della mia carriera, non lo dico tanto per dire. E’ stato il mio primo campionato importante da professionista. Abbiamo pure vinto. Fu una cavalcata molto difficile, arrivammo a +1 dal Bari. Una squadra stupenda con gente come Spagnolo, Ciceri, Petrovic, Simonini, Malaman. Per me è stato bellissimo. Ho ancora amici a Catania, sono rimasto molto legato affettivamente. Avevo 22 anni all’epoca, venni dalla Fiorentina. Scesi giù sposandomi. E’ stata praticamente la mia luna di miele Catania (ride, ndr). C’è gente che viene a Catania in villeggiatura, a conferma che il posto è stupendo. Io abitavo ad Aci Castello. Le cose sono andate per il meglio ed il calore della gente è qualcosa di indimenticabile. Io ho assaggiato le categorie superiori con il Vicenza ma la gioia di Catania non l’ho mai provata altrove”.

Quanto fu determinante la forza del gruppo in quel Catania?
“Squadra solida, formata da gente veramente forte per la categoria. Non eravamo favoritissimi per la vittoria finale. C’erano formazioni come Bari, Reggina, Lecce… belle realtà. La solidità del gruppo ha contribuito a fare la differenza, eravamo molto legati tra di noi anche se con caratteri completamente diversi. Petrovic, ad esempio, era un pazzo scatenato. Quando si presentavano problemi eravamo tutti uniti. Io mi sentivo protetto, anche se me la cavavo da solo. Voglio bene a tutti quei ragazzi, un gruppo straordinario. L’importanza di avere un gruppo unito e compatto conta sempre nel calcio, anche se oggi è difficile gestire i gruppi numerosi perchè il giocatore ha sempre dentro quel bambino che vuole giocare. Può prendere i soldi che vuole ma il muso te lo tiene sempre se non gioca. Adesso l’allenatore è più un sociologo. Ormai i tempi sono cambiati, le rose sono ampie. Noi scendevamo in campo solo coi numeri sulle magliette, sembravamo carcerati… Ai miei tempi le riserve erano poche. Se ti facevi male giocavi con le distorsioni. A Vicenza ho giocato con una frattura al mignolo. Adesso se fanno un colpo di tosse, mamma mia… altri tempi”.

Facciamo un tuffo nel passato, il ritorno da Torre del Greco e la trasferta di Reggio Calabria…
“Dopo la vittoria esterna con la Turris, l’aeroporto di Fontanarossa era pieno di gente. Io mi sono ritrovato improvvisamente dalla scaletta dell’aereo al pullman senza mettere piedi a terra. Mai vista una cosa del genere nella mia carriera. Altri compagni di squadra a Catania e tuttora amici continuano a parlare di quei momenti. Spagnolo, Ciceri, Battilani… ci sentiamo tutti ancora. Io ero il più giovane del gruppo, fui convocato nella nazionale semi-pro. Ricordo anche l’episodio di Reggio Calabria. Avevamo un punto di vantaggio sul Bari. Massimino si era candidato alle comunali con la lista numero 32. Perdevamo 2-0, Colombo fece il 2-1, poi Ciceri pareggiò ad un quarto d’ora dalla fine e, sui miei piedi, mi capitò la palla che valse il 3-2. Uno spettacolo, una cosa assurda, un misto di emozioni. L’associazione 32/3-2 fu qualcosa d’incredibile”.

A proposito di Massimino, quali ricordi conservi del Presidentissimo?
“Massimino aveva una grandissima umanità e me l’ha dimostrata. Quell’anno mia moglie era incinta di sette mesi, dovevo stare con lei e non mi permettevano di salire in aereo perchè si rendevano necessari determinati permessi. Allora dovetti viaggiare in macchina. Programmai delle tappe, non potevo fargli fare un viaggio così lungo. Chiesi al Presidente che mi desse il permesso di andare via perchè c’era in programma una gara delle vecchie glorie per festeggiare la vittoria del campionato. Lui fu comprensivo, mi mandò in sede conteggiandomi quel che ancora mi doveva. Ritornai al cantiere, in giacca ma sempre con le scarpe sporche. Mi fece un assegno personale e mi abbracciò. Questo non lo dimenticherò mai. Capì la mia esigenza e non fece problemi, pur sapendo che neanche una settimana prima la Fiorentina mi aveva riscattato. Non ero più del Catania ma si comportò da signore lo stesso, fino in fondo”.

Rammaricato per l’addio al Catania dopo una sola stagione?
“Certamente. Ricordo anche una petizione di tifosi che raccolsero le firme affinchè rimanessi ma ormai era tutto fatto. Successivamente tornai a Catania da giocatore del Vicenza. Brividi in campo quando la gente gridò il mio nome. Di solito i tifosi fanno il contrario, invece questa cosa mi sorprese molto. Ho vissuto un solo anno ma intensissimo”.

Quali rapporti hai avuto con gli allenatori del Catania?
“All’inizio sedeva in panchina Gennaro Rambone, un allenatore che però poi Massimino capì che era giusto sostituire e venne Egizio Rubino. Era un pò tesa la situazione. Rambone era un bravo tecnico ma caratterialmente si scontrò con molti giocatori di personalità tipo Codraro e Petrovic. Io ero il più giovane e quindi non avevo molta voce in capitolo, a me interessava giocare e basta. Rubino lo ricordo come un signore, persona eccezionale. Era un pò vulcanico ma posso solo parlarne bene”.

Hai anche indossato la casacca del Monopoli…
“A fine carriera, dopo Pescara, a 31 anni venni a Monopoli vincendo subito la C2 e mi sono risposato qua. Ho avuto due femminucce, mentre il maschietto in Toscana mi ha fatto diventare nonno di due gemellini ed è stato concepito a Catania tra parentesi. Sono rimasto a Monopoli aprendo un’attività commerciale, ma non fa per me il commercio. Io devo stare sul campo, allora decisi di aprire una scuola calcio. Ho cominciato a lavorare come osservatore per il Parma, poi alla Fiorentina. Vado sui campi tutti i giorni, da 30 anni esiste la scuola calcio. Il Monopoli mi diede fiducia dopo essere stato un anno fuori dal calcio per via di situazioni spiacevoli vissute a Pescara. A Monopoli sono diventato pugliese d’adozione, anzi ormai mi ritengo più pugliese che toscano. Da 36 anni sono qui”.

Sei rimasto principalmente legato al Catania oppure al Monopoli? Parlami, inoltre, delle ambizioni delle due squadre…
“Catania ce l’ho nel cuore, anche se per un solo anno resta dentro di me un legame fortissimo. Anche Monopoli mi ha dato tanto. So benissimo delle ambizioni del Catania. Il Monopoli non credo possa ottenere una Serie B, il Catania possiede ambizioni diverse e stiamo parlando di contesti molto differenti. Spero che qualcuno non voglia far pagare al Catania cose pregresse, in questo mondo ci si può aspettare di tutto. La squadra etnea sta sostenendo un tour de force? Ha la struttura ideale per sostenere un numero elevato di impegni secondo me, poi dipende anche da eventuali infortuni. Se si parla di stanchezza… questi fanno solo quello dai. Giocassi ancora, starei volentieri dalla mattina alla sera sul campo…”.

Quanto pesa la maglia rossoazzurra?
“Chi veste quella maglia sa che è pesante, sa di non fare una passeggiata. Ci sono degli obblighi verso la città. Qui subentra l’aspetto caratteriale, fondamentale. Le gambe si muovono perchè la testa dice di muoversi. La testa detta tutto. Avere un fisico ben allenato è importante ma l’intelligenza, l’acutezza, gli istinti partono dal cervello e non dalle gambe. La guida tecnica di una squadra è anche importante perchè l’orchestra funziona bene se c’è un buon orchestratore. Se l’allenatore è anche un valido psicologo riuscendo a fare capire l’importanza del ruolo che i giocatori hanno in questo momento storico, significa tanto. Serve il giusto peso. A calcio si deve giocare anche per la gioia di giocare”.

Il Monopoli è una squadra che esprime un buon calcio. Quanto conta l’espressione del gioco per vincere?
“Il gioco è bello per uno che vede la partita distaccato. Ma se poi non fai gol… si gioca sempre per vincere. Tutte le situazioni, gli schemi settimanali sono finalizzati per andare a segno e vincere. Il fatto estetico è importante ma tante volte sono gli episodi a fare la differenza e non coincidono sempre con il bel gioco. Bisogna mettere la palla dentro, quello è lo scopo principale nel calcio”.

Quali allenatori ti hanno trasmesso qualcosa di più?
“Da tutti ho imparato qualcosa. Ho avuto allenatori nelle giovanili della Fiorentina come il compianto Sergio Cervato, era un difensore anche lui e mi ha dato le fondamenta di questo ruolo. Poi a Vicenza è stato come un padre per me Giovan Battista Fabbri. Con lui ho siglato 7 gol in Serie A, non male per un difensore a quei tempi. Ha tirato fuori il meglio di me stesso”.

Si ringrazia Valeriano Prestanti per la gentile concessione dell’intervista.

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SERIE C TV (Video): “Saracinesca Pisseri a Monopoli”

Lo staff di Eleven Sports – Serie C TV, piattaforma ufficiale della Lega Pro, enfatizza la prova offerta da Matteo Pisseri, ex di turno, in quel di Monopoli. Attraverso il filmato seguente viene dato spazio a due importantissime parate effettuate nel primo tempo dall’estremo difensore del Catania allo stadio “Vito Simone Veneziani”:

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LO MONACO: “Ripescaggi? Con nove gare da recuperare una pazzia. Abbiamo già i nostri problemi…”

L’Amministratore Delegato del Catania Pietro Lo Monaco analizza a lasicilia.it l’ipotesi di effettuare i ripescaggi nel campionato di Serie B:

“Se ci riflettete un attimo, come pensano di poter fare recuperare nove partite in Serie B a questo punto della stagione agonistica? Una pazzia. Il Catania, che ha dovuto aspettare i comodi del Palazzo per tre mesi, adesso deve giocare, in recupero, contro Siracusa e Matera. E già abbiamo i nostri problemi. Immaginate nove partite da disputare al di là degli impegni di calendario”.

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AVV. DINI: “Caso ripescaggi? TAR deve pronunciarsi anche su Entella. Si dovrà mettere mano ai campionati”

La redazione di tuttomercatoweb.com ha contattato Giulio Dini, avvocato e professionista dello Sport, per approfondire il tema dei ripescaggi:

“Accogliere la richiesta di sospensiva significa che i provvedimenti che avevano escluso talune squadre dai campionati non hanno forza. Quindi abbiamo un vuoto da colmare. La questione se il commissario Fabbricini avesse o meno il potere di modificare il format dei campionati è rimandata all’udienza di merito del 26 marzo. La Federazione ora deve prendere una decisione. Tra l’altro un decreto legge ha stabilito che il Tar Lazio ha giurisdizione esclusiva per dirimere tutte le vertenze che attengono l’esclusione o il ripescaggio di società nei campionati professionistici, destando clamore perchè si esclude il potere degli organi giurisdizionali dell’ordinamento sportivo. Viene da chiedermi se non sia il Tar della Lazio a doversi pronunciare su questo problema e c’è sempre il Tar del Lazio che si deve pronunciare sul ricorso dell’Entella. Si dovrà per forza aspettare l’esito del ricorso per poi a cascata mettere mano ai campionati”.

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CALCAGNO (vice Pres. AIC): “Caso B, un problema intervenire adesso. Non resti impunito chi ha sbagliato”

Anche Umberto Calcagno, vice Presidente AIC, illustra il proprio pensiero sulla decisione del TAR di riportare la Serie B a 22 squadre:

“La situazione era ben chiara a tutti quanti. Non c’era bisogno, per persone di buonsenso, arrivare al 24 ottobre per decidere – le parole di Calcagno ai microfoni di tuttoc.com – È difficile trovare una situazione che accontenti tutti nel breve periodo. Capire come intervenire, adesso, è un problema. Credo occorra tirare una bella riga, vedere quali sono le norme attualmente vigenti e non sospese e operare di conseguenza con quelle. Son sicuro, comunque, che situazioni del genere non capiteranno mai più”.

“In cadetteria una stagione a 19 era già falsata in partenza. Solo chi non ha mai giocato a calcio non può capire quanto sia falsato un campionato dispari, con squadre a riposare nelle ultime giornate. Soprattutto se si è trattato di una scelta. La C è un campionato altrettanto falsato con tutti questi stop. Poi con gli ipotetici ripescaggi bisognerà cancellare partite, disputarne di nuove, rimodulare i gironi. L’augurio che mi do per il futuro è che, se verranno accertate, come credo, chiare responsabilità, non restino impunite le persone che hanno compiuto questi atti.

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GIORGETTI: “A questo punto FIGC chieda a Collegio Garanzia graduatoria ripescate”

Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, a gianlucadimarzio.com parla della situazione del calcio italiano dopo la sentenza del TAR che ha riportato la Serie B a 22 squadre:

“Arrivati a questo punto, la FIGC deve rapidamente decidere il format della Serie B con un provvedimento di autotutela, chiedendo al Collegio di Garanzia la graduatoria delle squadre che debbono essere ripescate. Ho letto velocemente le motivazioni della sentenza del TAR di questa mattina con la quale è stata dichiarata l’illegittimità dei provvedimenti del Commissario Straordinario, mi sembra che vi sia materiale sufficiente per dire che i ripescaggi debbano esserci e che ci si debba attenere a quanto statuito dal TAR stesso”.

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CAPUANO (Panorama): “FIGC non si opporrà a sentenza TAR”

Giovanni Capuano, giornalista di Radio 24 e Panorama, tramite il canale Twitter ha anticipato un’importante novità sul caso ripescaggi:

“Secondo quanto appreso la FIGC non farà ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR che ha cancellato le delibere sul format Serie B a 19. Nelle prossime ore il provvedimento per dare corso a quanto prescritto dal giudice cercando una soluzione sostenibile”.

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CELLINO (Pres. Brescia): “Squadre di Serie B uniche vittime. Sono allibito…”

Massimo Cellino, Presidente del Brescia tra i principali promotori della Serie B a 19 squadre, interviene sul tema. Ecco quanto si legge su brescia.corriere.it:

“Sono meravigliato, allibito. Dopo un’estate travagliata tra giudici e ricorsi siamo ancora qui a discutere di questo argomento. Le uniche vittime sono le squadre di Serie B che hanno seguito le regole. Chi ha rispettato gli impegni, le tempistiche, chi ha osservato rigorosamente le leggi del nostro ordinamento: ecco chi è davvero penalizzato. E’ da oltre 5 mesi che stiamo ammattendo tra incroci di sentenze ed incertezze che minano solo la serietà e la stabilità del Sistema”.

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CONSIGLIO DI STATO: giovedì sentenza favorevole al Catania?

Nelle scorse settimane il Catania ha depositato ricorso al Consiglio di Stato a seguito dell’ordinanza del TAR Lazio che aveva rigettato la domanda cautelare contestando al club rossoazzurro profili di procedibilità. Motivo? Non avere impugnato la decisione del Tribunale Federale Nazionale del 28 settembre. In realtà non fu affatto così, confondendo clamorosamente il Catania con la Robur Siena. Tale ragione ha spinto la società rossoazzurra ad andare subito al Consiglio di Stato, chiedendo l’adozione di un provvedimento cautelare monocratico. Fissata a giovedì 25 ottobre l’udienza in camera di consiglio.

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