AMARCORD: la prima promozione in A con Andreoli e l’arrivo di Di Bella, gli allenatori rossazzurri degli anni ’50

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L’excursus sugli allenatori del Catania prosegue con le figure tecniche degli anni ’50. La stagione 1950-51 vede sedersi sulla panchina etnea un altro trainer ungherese, Lajos Politzer, alla sua prima esperienza da allenatore nella serie cadetta dopo anni di dura gavetta nelle categorie minori. A partire dalla 16ª giornata il mister magiaro è coadiuvato da Nereo Marini nel ruolo di direttore tecnico. L’annata successiva Marini è confermato in solitaria alla guida dei rossazzurri, tuttavia l’andamento discontinuo della squadra determina un doppio cambio in panchina. Subentrano dapprima l’allenatore in seconda Rodolfo Brondi e infine Fioravante Baldi, quest’ultimo ingaggiato in vista della stagione seguente culminata poi nello sfortunato spareggio-promozione perso con il Legnano a Firenze.

Smaltita la delusione per l’amaro epilogo dello spareggio fiorentino, la guida tecnica viene affidata al veronese Piero Andreoli, ex calciatore scudettato con il Bologna e considerato tra gli allenatori emergenti dell’epoca. Al secondo tentativo il Catania centra finalmente la sua prima promozione in Serie A (in foto Enzo Bearzot indossa la tuta di rappresentanza dell’epoca), vincendo in volata il campionato con 43 punti davanti a Pro Patria, Cagliari e Como. Andreoli resta saldamente al comando anche l’anno seguente, allorquando il verdetto del campo (12° posto finale) è ribaltato in sede di giustizia sportiva (scandalo Scaramella) e la squadra viene dunque declassata in Serie B su decisione della corte federale.

Durante la stagione 1955-56 Piero Andreoli si dimette per motivi di salute e al suo posto viene ingaggiato Enzo Bellini, già transitato da Catania negli anni Trenta come calciatore. I rossazzurri si piazzano al 5° posto in campionato, mentre la stagione successiva con il genovese Gipo Poggi in panchina il traguardo promozione sfuma all’ultima giornata a Modena. L’annata 1957-58 vede avvicendarsi Poggi, Riccardo Carapellese, Cocò Nicolosi (ad interim) e per finire Francesco Capocasale, mentre l’anno seguente (dopo l’iniziale avvento dello jugoslavo Blagoje Marjanović) approda sulla panchina un allenatore destinato a fare la storia del sodalizio etneo: Carmelo Di Bella.

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