DIREZIONE VITERBO: verso la trasferta laziale, nodo infermeria da risolvere

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Il confronto con la Cavese ha visto un Catania stanco e opaco non andare oltre l’1-1 contro un avversario abile nel “fare legna” in ogni fazzoletto di campo e portare a casa il risultato con caparbietà.

Non è stato sufficiente sbloccare la contesa capitalizzando al meglio l’ennesima palla inattiva se il crollo fisico e mentale ha consentito ai blufoncè di rientrare in gioco nella ripresa. Le cattive condizioni del terreno di gioco, il forfait di Claiton e le espulsioni di Welbeck e Tonucci hanno inevitabilmente reso il tutto più complicato e la diretta conseguenza è stato il segno “x” al fischio finale.

Sfumata la terza vittoria di fila in sette giorni adesso è giunto il tempo di ricaricare le pile e pensare agli ultimi impegni prima della sosta natalizia. Viterbese e Potenza fuori, Catanzaro in casa; questo il calendario delle prossime partite per un Catania continuamente alle prese con squalifiche e infortuni. Nodo infermeria che terrà banco anche nella settimana che conduce alla gara di Viterbo, che con i suoi 873 km costituisce la destinazione stagionale più lontana per la carovana etnea.

Lo stadio “Enrico Rocchi” rappresenta uno dei vari campi tabù della storia rossazzurra. Su sette incontri giocati nell’impianto viterbese il Catania ne ha persi cinque, l’ultimo lo scorso 26 gennaio nell’anno in cui le cronache del campo si sono intrecciate con le vicissitudini societarie. Il ritorno di Tacopina in città previsto per sabato condurrà alla fase clou della trattativa ormai in stato avanzato tra Sigi e l’avvocato italo-americano, deciso a prendere in mano le redini del Catania e rilanciarne ambizioni e prospettive future.

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