AMOROSO (ex Trapani): “Derby che vorrei vedere almeno in B. Pelligra, credo siano state disattese delle aspettative. Catania piazza molto difficile”

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Alberto Amoroso, allenatore ed ex calciatore del Trapani, ai microfoni di Telesud parla del recente ritorno alla vittoria dei granata in campionato contro la Cavese e del momento delicato vissuto dal Catania:

“Settimana scorsa ho visto un Trapani su cui pesava la responsabilità del momento ma i giocatori sono adulti e vaccinati. Passando dal 4-3-3 al 4-4-2 con due esterni offensivi e due punte, Lescano ha avuto maggiore supporto. E’ mancata la spinta degli esterni bassi nel primo tempo, ma la Cavese era messa bene in campo e ripartiva. Nella ripresa la squadra è cresciuta, ma queste sono partite ‘sporche’. In C si gioca anche così, da mestieranti. Conta anche essere camaleontici in un campionato in cui bisogna giocare sia di fioretto che di spada“.

“Il Catania si allena ancora al Cibalino, ma credo siano state disattese delle aspettative rispetto alla venuta di Pelligra, quando l’imprenditore parlava di investimenti sulle infrastrutture ai piedi dell’Etna. Torre del Grifo è una realtà abbandonata. Guardandosi attorno c’è Massanunziata, Pedara, ci sono campi in erba naturale con un green di primissimo ordine nel territorio. Inoltre la squadra sta risentendo delle tante assenze“.

“Toscano? Lo scorso anno ha vinto un campionato a Cesena con il sostegno del D.S. Artico. E’ importante che funzioni il collante tra squadra, società e tecnico. Catania-Trapani? E’ un derby che vorremmo vedere almeno nella cadetteria. Frequento spesso Catania ed è una piazza molto difficile. Per un giocatore è complicato esprimersi a Catania, che ti dà tanto e stimola tantissimo ma non è detto che tutti i calciatori possano giocare in una piazza così diversa dalle altre. Parlando con ex calciatori del Catania, mi sottolineavano proprio questo aspetto. Nel ’93, quando il Catania ripartì dal campionato di Eccellenza, in un Catania-Libertas Palestro di Coppa Italia di categoria c’erano 28mila spettatori allo stadio. Questo fa capire come viene vissuto il calcio alle pendici dell’Etna”.

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