Catania atteso dalla trasferta di Giugliano, un’occasione importante per trovare continuità di rendimento e vittorie. In vista del match la redazione di TuttoCalcioCatania.com ha intervistato un doppio ex a cui la piazza rossazzurra è particolarmente legata: l’allenatore Giovanni Ferraro.
Mister Ferraro, grazie per aver accettato il nostro invito. Innanzitutto, come procede la sua carriera? Abbiamo visto che ha continuato a studiare e ad aggiornarsi, ottenendo risultati importanti. Le manca la possibilità di guidare una realtà con un progetto tecnico ambizioso?
“Ciao, grazie a voi. Ho appena conseguito l’ultimo patentino che mi mancava, quello UEFA Pro. Credo che per un allenatore sia fondamentale aggiornarsi costantemente, perché nel calcio le cose cambiano ogni giorno. L’aggiornamento è una parte importante del percorso di crescita: dopo aver allenato il Catania, e aver gestito una piazza così passionale e una pressione enorme, ho sentito il bisogno di alzare ancora l’asticella. Quel periodo mi ha cambiato la vita: volevo puntare in alto, per farlo dovevo ottenere il patentino UEFA Pro. Ora posso allenare in Serie A, Serie B e persino una Nazionale. È stato un anno formativo straordinario, con colleghi del calibro di Fabregas, Kolarov, Pagliuca… un’esperienza davvero importante. Per quanto riguarda il futuro, credo che un allenatore debba saper scegliere e, quando serve, anche saper aspettare. La mia tesi del corso UEFA Pro l’ho dedicata proprio al tema del subentro: nella mia carriera, ogni volta che sono subentrato ho sempre ottenuto grandi risultati”.
Cosa ne pensa del Girone C di Serie C di quest’anno? Può stilare una sua personale classifica delle prime cinque?
“Quest’anno il Girone C è molto equilibrato. Ho seguito diverse partite e vedo un campionato livellato verso l’alto. Secondo me le squadre più attrezzate sono Salernitana, Benevento, Catania, Crotone e Cosenza. Attenzione anche al Casarano, che sta facendo un ottimo torneo. Sarà un campionato combattuto fino alla fine: vincerà chi saprà essere più concreto, dinamico e soprattutto equilibrato. Le sorprese, come sempre, non mancheranno”.
Continua a seguire le vicende del Catania? Come giudica la squadra costruita per questa stagione?
“Il Catania lo seguo sempre. È una città e una tifoseria a cui sono legatissimo. Tanti tifosi continuano a scrivermi, a mandarmi messaggi di affetto: questo mi riempie d’orgoglio. L’anno vissuto a Catania è stato il più bello della mia carriera, un’esperienza che ti cambia come uomo e come allenatore. Allenare il Catania significa gestire una pressione unica: è come passare dal nuotare in mare al nuotare in oceano… e riuscire a restare a galla. Quest’anno la squadra mi sembra forte e ben costruita. Con mister Toscano, che conosce già l’ambiente, si può dare continuità a un progetto importante”.
Giugliano-Catania, una partita speciale per lei, avendo allenato entrambe le squadre. La seguirà con attenzione?
“Assolutamente sì. Sarò a Giugliano per assistere alla partita. Ogni volta che il Catania gioca in Campania per me è un’emozione particolare: sono legato alla società, ai tifosi, alla città. Quando arrivai a Catania venivo da una promozione con il Giugliano in Serie D, ma lì il mio nome non era ancora conosciuto. Ho sempre preferito parlare poco e far parlare il campo: i risultati hanno fatto sì che i tifosi mi portassero nel cuore, ed è la soddisfazione più grande per un allenatore”.
Quali possono essere, secondo lei, le principali insidie per il Catania in questa sfida contro il Giugliano?
“Il Giugliano è una squadra forte, con una società seria e un pubblico che sostiene sempre la squadra. Anche se attraversa un momento non brillantissimo, affrontare il Catania dà sempre motivazioni extra: battere il Catania fa notizia. Per questo credo che mister Toscano e i suoi ragazzi sappiano bene che sarà una partita difficile. Serviranno concentrazione, equilibrio e spirito di squadra”.
Vuole lasciare un messaggio ai tifosi rossazzurri?
“Con grande piacere. Porto Catania nel cuore: è stata un’esperienza umana e professionale che non dimenticherò mai. Ricordo ancora la festa per la promozione, la gente in piazza, la gioia collettiva. Ogni tanto rivedo i video di quei momenti: è stata un’emozione unica. Auguro al Catania, alla società e a tutti i tifosi le migliori fortune. Questa piazza merita di tornare presto in Serie B e poi in Serie A, perché il pubblico rossazzurro è davvero da categorie superiori. Ringrazio tutti: la dirigenza, lo staff tecnico, medico e organizzativo, il direttore Laneri, il presidente Pelligra e ogni persona che ha lavorato con me in quell’anno straordinario. Vincere un campionato, anche se di Serie D, non è mai facile, e farlo con 31 punti di vantaggio sulla seconda è stato qualcosa di eccezionale. Mi piace ricordare una cosa: durante la stagione non andavo mai sotto la curva, perché pensavo fosse giusto lasciare il momento ai giocatori. Ci andai solo quando vincemmo matematicamente il campionato. La settimana successiva, al “Massimino”, feci il mio solito giro di campo e venni applaudito da tutti i settori. Quelli furono i 300 metri più belli e commoventi della mia carriera da allenatore. Un’emozione che porterò sempre con me. Grazie di cuore a tutta Catania”.
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