“Catania ha bisogno di giocatori in grado di reggere la pressione della piazza”. Quante volte, opinionisti e addetti ai lavori, sottolineano l’importanza di tale aspetto? Si può essere d’accordo sul fatto che Catania non è per tutti, evidenziando lo spessore del carattere dei calciatori che sposano il progetto rossazzurro. Ma è altrettanto vero che chi svolge questo mestiere vive di adrenalina, di lavoro quotidiano, di passione, elementi che ti donano la giusta motivazione in piazze calde ed esigenti come quella etnea.
La pressione deve essere vista, allora, come stimolo. Quella molla che spinge una squadra a dare qualcosa in più, mettendo al centro di tutto una parola che si chiama responsabilità . Responsabilità che non ti fa dormire la notte neanche quando vinci, perché aspetti la partita successiva sapendo di dovere continuare a vincere, o quando perdi proiettandoti subito sull’altra gara per un riscatto immediato. Si rimarca il lato motivazionale, l’esser mossi da uno spiccato senso di appartenenza. Consapevoli di assumersi una grande responsabilità verso la società che nutre fiducia in loro e, soprattutto, verso una tifoseria che non fa mai mancare il proprio supporto ma pretende impegno massimo e spirito di sacrificio.
Emerge, sul mercato, la scelta dell’uomo prima del calciatore. Costruendo una squadra primariamente forte sul piano della mentalità , perchè lungo il percorso sarà la resistenza mentale, la capacità di reazione di fronte alle avversità , la chiave di tutto. Sviluppando quell’alchimia tra club, squadra e tifosi che crei la scintilla per giocare ogni partita con l’obiettivo di migliorare ogni giorno. Allora sì che diventerà una conseguenza vincere. Responsabilità , motivazioni, fame e voglia di dimostrare le proprie qualità dovranno essere il motore del Catania 2025/26. A cominciare dal primo giorno di ritiro.
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